Home Archivio storico 1998-2013 Università e Ricerca 30.000 borse di studio
da 5.000 euro per l’università

30.000 borse di studio
da 5.000 euro per l’università

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Saranno stanziate dal 2014 30.000 borse di studio da circa 5.000 euro per gli studenti italiani meritevoli, per favorirne la mobilità negli Atenei lontani da casa, così scrive Quotidiano.net. Lo prevede un emendamento del Pd al decreto legge “Fare” approvato dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera. Fino ad ora la competenza sul diritto allo studio è delle Regioni, che concedono borse di studio per un ammontare di circa 3.200 euro. L’emendamento, a prima firma Marco Meloni, mira a creare un “secondo polmone”, istituendo un Programma nazionale per il sostegno degli studenti meritevoli. 
Si prevede, dice sempre Quotidiano.net, che ad esso sia assegnato il 20% del Fondo ordinario universitario, con risorse complessive di circa 140 milioni. Per aiutare gli studenti che studiano in Atenei lontani da casa verrà indetto un bando nazionale per assegnare le borse di studio entro il 31 marzo di ciascun anno. L’importo della borsa è calibrato rispetto al reddito, misurato con l’Isee, e sarà “maggiorato” per i ragazzi che studieranno fuori dalla propria regione. La prima metà della borsa sarà versata al momento della comunicazione dell’iscrizione e la seconda metà il 31 marzo dell’anno successivo. Potranno concorrere al bando gli studenti che vogliono iscriversi ai corsi di laurea, a quelli di laurea magistrale e ai dottorati di ricerca. 
La borsa è incompatibile con altre borse ma non con quelle destinate a finanziare i soggiorni di studio o di ricerca all’estero. Il ministro dell’Istruzione Carrozza intende lanciare una “campagna per la trasparenza” nelle università in modo che al momento dell’iscrizione gli studenti sappiano con chiarezza gli esiti occupazionali dei corsi di laurea. Il ministro lo ha annunciato nel corso di un convegno all’ Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
”Sto pensando – ha spiegato Carrozza – a una iniziativa di incentivazione della trasparenza attraverso delle linee guida rivolte alle università e quindi una campagna finalizzata all’orientamento, in cui si deve scegliere il mestiere e di conseguenza che cosa studiare sula base di precise informazioni sugli esiti occupazionali. Si deve scegliere per tempo, molto prima della maturità e lavorare per prepararsi al corso di studi che si intende seguire guardando al dato essenziale delle possibilità di trovare un lavoro”.
 
“All’atto dell’iscrizione – ha ribadito Carrozza – lo studente deve conoscere le percentuali relative alla possibilità di trovare lavoro e in che tempi. Penso che non farò una norma su questo – ha aggiunto – ma una fortissima raccomandazione. Voglio un patto con lo studente, che deve esigere trasparenza da parte dell’università, in modo che sulla pagina di orientamento per l’iscrizione compaiano con chiarezza i dati sull’esito occupazionale di ciascun corso di laurea”.