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A che serve dare 5 ad uno studente, se poi lo si promuove lo stesso?

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Nella Scuola Secondaria di Secondo Grado, attualmente, la valutazione viene quantificata attraverso la scala docimologica che, nei diversi istituti, viene declinata attraverso il contributo dei singoli Dipartimenti Disciplinari i quali stabiliscono, in piena libertà, il numero minimo di prove di valutazione necessarie per ogni periodo. Altresì, tramite i Dipartimenti, vengono declinate le griglie di valutazione per la correzione degli elaborati.
Il Dirigente Scolastico, in qualità di garante della correttezza amministrativa, rende noto alle famiglie degli studenti, con estrema chiarezza, tutte le informazioni necessarie sulla modalità delle valutazioni.
La sospensione del giudizio o la non ammissione viene decretata in seno al collegio di classe dei docenti riuniti nel Consiglio, i quali non fanno altro che rispettare quanto deliberato a livello di istituto (criteri per la ammissione, non ammissione, sospensione del giudizio).
Si considerano valutazioni insufficienti tutte quelle valutazioni che non possono essere espresse mediante una valutazione pari o superiore a 6/10 (SEI DECIMI). Tra le valutazioni insufficienti, quindi, dobbiamo annoverare anche una valutazione che, a quanto sembra, sta scomparendo: il 5/10.
La valutazione espressa al termine dell’anno (in sede di scrutinio) che è pari a 5/10 si profila come una INSUFFICIENZA e non descrivibile, come sovente accade, come una LEGGERA INSUFFICIENZA. I Docenti conoscono molto bene l’importanza della valutazione e ogni valutazione è sempre espressione di un momento di analisi.
Chi scrive deve necessariamente far riflettere il lettore sul fatto che la valutazione 5/10, che uno studente ha raggiunto in una certa disciplina, delinea, in maniera chiara e incontrovertibile, che non sono stati raggiungi i livelli minimi di competenza.
Tuttavia, con grande rammarico, è oggi statisticamente molto difficile trovare delle sospensioni di giudizio con il 5/10: quale può esserne il motivo?
La motivazione più frequente risiede nel contenzioso amministrativo: il 5/10 si prefigura, per taluni, come un voto che possa essere oggetto di indagine e di analisi da parte di un tribunale amministrativo che altro non fa che controllare che tutta la prassi tecnico-amministrativa sia stata rispettata (numero minimo di prove, uso della griglia di valutazione, comunicazioni alla famiglia circa andamento didattico-disciplinare, etc).
Il Dirigente Scolastico, nel tentativo di evitare problematiche susseguenti allo scrutinio, chiede al collegio dei Docenti riunito di esaminare la situazione dello studente interessato dalla insufficienza al fine di verificare se ci siano le condizioni per una ammissione alla classe successiva (in quella determinata disciplina) con segnalazione ai genitori/tutori del discente. La valutazione 5/10, più di ogni altra, è mira di attenzioni, nel tentativo, non assolutamente nascosto, di verificare se possa essere accompagnato verso un cambiamento di stato: da una insufficienza ad una sufficienza.
La casistica interessata da quanto sopra esposto è chiaramente vasta e, in questa sede, non si sta discutendo dell’ipotetico 5,5/10 che possa essere trasformato in una sufficienza; con queste poche righe si vuole far riflettere su un malcostume dell’attuale Scuola Italiana: considerare a priori il 5/10 come un voto che “debba” essere trasformato in una sufficienza.
Necessario, quindi, ridare la dignità al 5/10: tale richiesta viene indirizzata soprattutto ai Dirigenti Scolastici che, nel presenziare il collegio dei Docenti del Consiglio, hanno il dovere di garantire al 5/10 la sua esistenza e la sua unicità.
La sospensione del giudizio in una disciplina con proposta di voto pari a 5/10 è legittima e, si aggiunge, necessaria: il pericolo è quello di comunicare ai discenti qualcosa di sbagliato, ovvero che si possa raggiungere il minimo degli obiettivi pur non avendoli raggiunti, fermo restando che i criteri del Dipartimento (assicurati dal Dirigente Scolastico) vengano sempre rispettati.

Filippo Cumano

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