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A me, insegnante “no vax”, è stata sospesa anche la carta del docente

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Caro Presidente,

scusi se La disturbo in un momento così delicato della sua carriera politica.

La Sua nomina a Presidente del Consiglio è stata accolta con favore da parte dei cittadini italiani, dalla stampa e da tutti gli organi di informazione (con poche eccezioni). Perfino una certa diffidenza per il mercato e la finanza, che Lei in qualche modo rappresenta, è stata superata dagli italiani per amor di patria.

A distanza di quasi un anno, però, ho la sensazione che nella gestione della pandemia qualcosa stia andando storto. La costante e crescente limitazione delle libertà individuali, volta a salvaguardare la nostra salute, comincia a presentare i tratti dell’irrazionalità. Pare che la politica raggiunga dimensioni surreali quando non incontra più significative resistenze e controlli democratici.

Mi preoccupano di ciò soprattutto le conseguenze sulla scuola, che da agenzia di socializzazione democratica rischia di essere trasformata in uno strumento di controllo sociale e di esclusione.

Il rapporto educativo mi appare alterato da una burocrazia che impone alle istituzioni scolastiche (perfino ai docenti) di controllare il certificato medico di vaccinazione dei propri studenti per autorizzarne la presenza a scuola, in aperta violazione del loro diritto alla privacy.

Il sottoscritto, come tanti altri insegnanti (il mio pensiero va al collega Davide Tutino, che con il suo sciopero della fame dà forma visibile alla violenza di Stato), è stato sospeso dall’insegnamento (senza stipendio o assegno alimentare!) per non aver adempiuto all’obbligo di vaccinazione contro l’infezione dal virus SARS-CoV-2.

Lei sa molto bene, caro Presidente, che allo stato attuale delle cose non ci sono farmaci etichettati dalla comunità scientifica per quel fine.

Lo Stato italiano continua impunemente a incoraggiare un pericoloso off label use dei farmaci in commercio, che sono stati autorizzati dalla commissione europea esclusivamente come farmaci per prevenire la malattia da COVID-19, alimentando in tal modo ciò che è stata chiamata dal sociologo Luca Ricolfi «illusione vaccinale».

Le pongo alcune domande e una richiesta. Pensa davvero che la riduzione alla fame di molti docenti non vaccinati (quelli che Lei probabilmente chiamerebbe «no vax») non abbia costi sociali in termini di salute pubblica?

I docenti non vaccinati con esonero medico continuano a lavorare e a percepire regolare stipendio. Perché ciò non è possibile per i docenti non vaccinati senza esonero medico? Un docente non vaccinato con esonero medico è forse meno pericoloso per l’infezione dal virus SARS-CoV-2 di un docente non vaccinato senza esonero medico?

Una tale discriminazione sembra non avere nessuna base scientifica e manifestare un chiaro intento punitivo e vessatorio.

In seguito alla mia sospensione, la mia carta docente (il bonus di 500 euro finalizzato all’aggiornamento) è stata sospesa.

In che modo l’utilizzo della carta docente, per es. attraverso l’acquisto di libri, rappresenterebbe una minaccia per la salute pubblica? La richiesta, invece, è molto semplice: compatibilmente con i Suoi principali impegni, Le chiedo un atto di discontinuità nei confronti di questa deriva autoritaria e burocratica.

Nel frattempo io continuo a inviare il mio curriculum vitae all’estero, con dolore scoprendo nel profondo del mio cuore la speranza di riuscire nell’intento di abbandonare la scuola italiana.

Luigi Pavone