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A Scuola per studiare i diritti umani

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Romano Pesaventopresidente Coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei diritti umani, chiede di rafforzare l’educazione ai diritti umani e di inserirla nel PTOF.

In riferimento alla risposta data dal MIUR, sulla possibilità di utilizzare, nell’ambito dell’esecuzione del piano di assunzione fase C, previsto ex legge 107/2015 e dal DDG 767/2015 d’assunzione, il contingente esistente nella classe A019 – discipline giuridiche ed economiche, per il potenziamento dell’educazione ai diritti umani negli istituti scolastici di ogni ordine e grado, il coordinamento Nazionale dei docenti della disciplina dei diritti umani chiede ai dirigenti scolastici e ai collegi dei docenti di voler prevedere in ogni scuola nell’ambito del proprio PTOF (Piano triennale dell’offerta formativa) un’unità di potenziamento nella classe A019 – discipline giuridiche ed economiche, da adibire all’insegnamento dei diritti umani.

Tale intervento permetterebbe finalmente la meritata stabilizzazione di personale altamente specializzato, finora criminalmente penalizzato da riforme scolastiche dissennate, volte a ridimensionare drasticamente la presenza delle discipline giuridiche ed economiche negli istituti per motivi meramente economici.

Inoltre, mediante la Risoluzione 59/113 del 10 dicembre 2004, l’Assemblea Generale dell’ONU ha istituito il PROGRAMMA MONDIALE PER L’EDUCAZIONE AI DIRITTI UMANI.

Attualmente il Programma è giunto alla sua seconda fase (2010/2014) di realizzazione, che si propone l’insegnamento dei diritti umani per l’istruzione superiore e l’avvio di percorsi di formazione in servizio, riservati agli insegnanti, agli educatori, ai funzionari pubblici.

Ricordiamo che oggi la materia alternativa è normata in Italia dalla legge 25 marzo 1985, numero 121 e dalla nota emessa dal MEF n. 26482 del 7 marzo 2011. La nota segnala che l’insegnamento delle attività alternative “costituiscono un servizio strutturale obbligatorio”.

In conclusione, unendo le forze di tutte le componenti della scuola (dirigenti, docenti, personale ATA), è possibile raggiungere obiettivi che costituiscono traguardi fondamentali e improrogabili per un paese civile. Abbiamo la possibilità di farci sentire e di essere ascoltati: la riforma offre margini di flessibilità tali da consentire, una volta per tutte, l’ingresso di risorse umane necessarie per innovare la didattica e adeguarci agli standard europei /ONU.

Il Coordinamento nazionale seguirà la vicenda con attenzione, proponendo a breve nuove iniziative, con l’intento di vedere al più presto concretizzate le indicazioni previste dal MIUR.