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Accordo quadro sulla “produttività”

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L’accordo Governo-Sindacati in materia di premi di produttività e di contrattazione integrativa sottoscritto nella giornata del 4 febbraio offre l’ennesima occasione per uno scambio di battute al veleno fra Cgil e le altre organizzazioni.
La Cgil parla apertamente di “scambio politico” fra Governo e sindacati firmatari:
“Si tratta solo 
– si legge in un comunicato della Cgil – di uno scambio politico per sostenere un governo in difficoltà mentre rimangono le emergenze nel pubblico impiego”.

E infatti l’intesa è stata sottoscritta da Cisl, Uil, Confsal (a cui aderisce lo Snals) e Cida (a cui aderisce l’Anp), ma non dalla Cgil e neppure dalla CGU (confederazione di riferimento della FGU-Gilda).
Per parte loro Cisl-Scuola e Uil-Scuola, in un comunicato congiunto, rivendicano la bontà dell’intesa e polemizzano
contro chi mette ormai in primo piano non più di interessi dei lavoratori ma quelli degli schieramenti politici.
Ma, in sostanza, cosa prevede l’accordo ?
Il passaggio principale riguarda la cosiddetta premialità e chiarisce che le norme contenute nel “decreto Brunetta” si devono intendere riferite esclusivamente alle risorse aggiuntive; in altre parole gli attuali compensi accessori restano tali e quali e non sono sottoposti al regime delle “fasce” previste dal decreto; si potranno invece distribuire secondo le percentuali previste dal D.L.vo 150 (il 50% al 25% dei dipendenti e il restante 50% al 50% dei dipendenti) solamente gli ulteriori fondi derivanti dai risparmi (più nobilmente definiti ora “dividendo dell’efficienza”).
L’Intesa contiene anche un esplicito richiamo che fa salvi gli effetti del decreto interministeriale n. 3 del 14.1.2011, il provvedimento che prevede il recupero delle progressioni di anzianità per il personale della scuola.
Entro 15 giorni il Governo dovrà trasmettere all’Aran un atto di indirizzo per la stipula di un accordo quadro che regoli il nuovo sistema delle relazioni sindacali previsto dal decreto 150.
Accordo quadro che dovrà finalmente definire le materie oggetto di contrattazione integrativa e stabilire le nuove regole per la rappresentanza sui singoli posti di lavoro; è probabile, insomma, che entro giugno si possa sapere che fine faranno le RSU nelle scuole.