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Acerra, mille bambini privati della mensa scolastica

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Da tre anni i bambini delle scuole materne di Acerra sono privati del servizio mensa. Accade in provincia di Napoli, dove un gruppo di genitori di mille bambini sta portando avanti la propria protesta contro l’amministrazione locale. Ad interessarsi della vicenda il deputato del Movimento Cinque Stelle Luigi Gallo, membro della Commissione Cultura alla Camera. Gallo ha scritto al Provveditore delle Opere Pubbliche di Campania e Molise, Giovanni Guglielmi, per chiedere informazioni circa le lungaggini burocratiche che stanno bloccando l’inizio del servizio di refezione nelle scuole dell’infanzia, originariamente previsto per lo scorso mese di novembre. A Guglielmi si chiede inoltre di spiegare le motivazioni che hanno causato l’allungarsi dell’iter di affidamento del servizio, per una gara d’appalto che supera i 250mila euro.

Bisogna consentire alle famiglie di Acerra – ha dichiarato il deputato Gallo – di avere un servizio come garantito in altri comuni. È assurdo che molte famiglie debbano iscrivere i propri figli nelle scuole dei comuni limitrofi per accedere ad un servizio mensa adeguato. I cittadini di Acerra mi hanno segnalato questo forte disagio, con genitori costretti ad “auto-organizzare” la mensa ed in alcuni casi i bambini sono costretti a consumare i pasti sui banchi. La colpa è anche di un’amministrazione che non si prende le proprie responsabilità”.

Per Gallo ciò colpirà due volte i cittadini di Acerra: “almeno finché non verranno definiti i Livelli Essenziali di Prestazione, compito che spetta allo Stato, e che servirà a superare definitivamente i criteri di spesa storica e a stanziare le risorse minime alle scuole d’infanzia. I Comuni incapaci di garantire servizi saranno penalizzati anche per la distribuzione delle risorse future. Il M5S con una risoluzione si sta battendo in Commissione Cultura per l’aumento delle risorse al Sud sui servizi d’istruzione, ma non possiamo nulla contro amministratori che si confermano incapaci di perseguire il bene comune e spendere in modo corretto i soldi dei cittadini”