Home Archivio storico 1998-2013 Nostre inchieste Agosto, scuola mia non ti conosco

Agosto, scuola mia non ti conosco

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Bisogna scegliere, e ogni scelta è un campo di battaglia, se seguire le indicazioni dei luoghi della vacanza di mezza estate, evitando però di incontrare gli elfi scespiriani, o se rimanere a guardia delle notizie, controllandone le fughe.
In ogni caso, se Oberon non si mette di traverso con qualche scherzo particolare, in questa settimana di agosto tutto tace, non solo il boschetto umidiccio delle tamerici, ma anche qualsiasi tamburo di qualsiasi annunciata battaglia di Farsalo per chiamare a raccolta perfino le fazioni opposte, perché condannati da leggi opposte in quanto concepite da partiti opposti, allo scontro verbale su un possibile, successivo campo di Filippi.
E tace pure il tamburo del sindacato a ferragosto, ma non già quello delle notti brechtiane, bensì quell’altro di latta, caro a Oskar che si rifiuta di crescere, temendo la maturità: tutto infatti è stato rinviato a settembre, in autunno per riscaldare (non si chiama autunno caldo?) quella stagione in attesa dei rigori dell’inverno, sperando sempre che il tamburino non stoni.
Sempre dopo mezzo agosto, e senza attendere il settembre maremmano, migrano dagli altopiani delle loro ferie i rappresentanti del Governo per deliberare poche cose, ma buone, dicono, perché si tratta di pubblica amministrazione che ha bisogno di essere mietuta, in un modo o nell’altro.
In buona sostanza nella settimana di ferragosto scoppia una sorta di tregua in tutto il territori nazionale e nelle città, virtuali e no, non circolano più nulla, a cominciare dalle notizie, mentre persino le cronache marziane taccheggiano altre ipotesi, né si brevettano sanatorie né colpi di coda. Stand-by universale a ferragosto, anche negli abbeveratoi più frequentati
In ogni caso, nella settimana di ferragosto neanche una passeggiata, né nell’uditorio, né nei boschi delle supposizioni legislative, è possibile immaginare perché tutto è sudaticcio, appiccicoso, protetto dalle foschie indicate dai cartelli per le vacanze che, luccicando e abbagliando sotto il solleone, per qualche giorno frenano ogni ansia e ogni attesa.