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Alunni “respinti” con un solo 5? Il Miur smentisce, ma l’emendamento è pronto

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Ha suscitato polemiche a non finire l’approfondimento del quotidiano nazionale ‘la Repubblica’ sull’articolo 3 del decreto legge n. 137 che prevederebbe la bocciatura anche con una sola materia insufficiente alla secondaria di primo grado o un’insufficienza in una delle tre principali ‘aree di conoscenza’ alle elementari. Le critiche piovute dall’opposizione e dai sindacati sono state tali da ‘costringere’ il Ministero di viale Trastevere a pubblicare una nota e specificare che non vi è alcuna novità rispetto al passato e che la decisione finale su ogni studente (anche con un’insufficienza) spetta comunque al consiglio di classe. Il problema comunque esiste, anche perché la Lega ha presentato riserve ed emendamenti. Che potrebbero essere ribaditi in aula a Montecitorio a partire da lunedì quando il dl inizierà ad essere esaminato per poi essere votato.
Ma andiamo per ordine. Ripartendo dalla nota del Ministero, secondo cui “sono destituite di fondamento – sostiene il Miur – le notizie di stampa secondo cui con una sola insufficienza d’ora in poi gli alunni delle scuole primarie (elementari) e secondarie di primo grado (medie) verranno bocciati. Il decreto legge 137 – continua la nota ministeriale – prevede sì che occorra il 6 in ogni materia per essere promossi, ma questa non è una novità per la nostra scuola, perché, anche quando non vi era il voto, occorreva raggiungere la sufficienza in tutte le discipline di studio per non essere bocciati. Ma in quei casi l’eventuale bocciatura non era automatica, perché in presenza di insufficienze la decisione finale spettava al consiglio di classe”.
Per viale Trastevere non vi sarebbero quindi novità particolari rispetto all’attuale valutazione. “La situazione di eventuali insufficienze allo scrutinio finale, dunque, verrà risolta come già avviene oggi dalla decisione del consiglio di classe – conclude la nota – che considererà il livello complessivo di apprendimento e la maturità raggiunta dallo studente. L’intera materia della valutazione troverà, comunque, chiarimento definitivo a breve con il previsto regolamento”.
Per chiarezza nell’art. 3 del dl 137, che riguarda la scuola primaria e la secondaria di primo grado, c’è scritto: “Sono ammessi alla classe successiva, ovvero all’esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline“.
Per ‘la Repubblica’ il testo non necessità di particolari interpretazioni: si può parlare senza ombra di dubbio di inevitabile bocciatura già a giugno del prossimo anno, poiché alle elementari ed alle medie non vi è “nessuna possibilità di recuperare come alle scuole superiori con quelli che vengono impropriamente chiamati esami di riparazione”.
La medesima versione è giunta dal centro-sinistra, che ha fortemente contestato la norma. Il ministro ombra dell’Istruzione Maria Pia Garavaglia (Pd) l’ha ‘bollata’ addirittura come “scandalosa”. L’on. Silvana Mura (Idv) parla di un “provvedimento assolutamente irrazionale che produrrà schiere di bocciati tra ragazzini delle elementari e delle medie oppure costringerà gli insegnanti ad assegnare voti non corrispondenti alla realtà per evitare di violare la legge: capita a tutti di sbagliare, il ministro lo ammetta – conclude Mura – e consenta di modificare il comma durante l’esame in aula alla Camera”.
Sulla polemica è intervenuto duramente anche l’ex Ministro dell’istruzione Giuseppe Fioroni per il quale “bocciare uno studente alle scuole elementari o medie inferiori solo perché ha un 5 in una materia è un atto che va contro la dignità dello studente e degli insegnanti”.
Un giudizio condiviso anche dal segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima,secondo cui la bocciatura per un solo voto negativo “non tiene conto dell’autonomia, della professionalità e del bagaglio culturale dei docenti e che rischia di compromettere i nostri studenti più giovani sottoposti ad una selezione priva di connotati pedagogici”. Secondo Scrima ogni cambiamento sostanziale del sistema valutativo in vigore avrebbe necessitato un dibattito ed un confronto con tutti coloro che operano dentro la scuola. Il leader Cisl Scuola fa anche riferimento alla legge faro in materie di valutazione dello studente: quella risalente al 4 agosto 1977, la n. 517, attraverso cui si è introdotto un giudizio dei docenti “sul livello globale di maturazione” e non sulla singola materia.
“Invece questo frettoloso provvedimento – ha sottolineato Scrima – è il risultato di una politica che entra a gamba tesa sulla scuola. La realtà è che non può bastare un’insufficienza per bocciare un alunno, ma occorre tenere conto delle tante dinamiche e situazioni particolari che lo hanno fatto determinare”.
Diverse perplessità verso l’articolo 3 del dl sono giunte addirittura dalla Lega: una presa di posizione che potrebbe essere determinante per l’esito finale delle vicenda. Attraverso la capogruppo in commissione Cultura Paola Goisis, il partito del Carroccio ha annunciato l’intenzione di emendare il decreto in aula: per la Lega la bocciatura alle elementari sarebbe fattibile “solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione”. In ogni caso la decisione andrebbe presa sempre dal “team di insegnati della classe, ad esempio maestro unico insieme a quello di inglese e di religione”, ha concluso Goisis.
Sulla bocciatura con una sola insufficienza già in commissione Cultura alla Camera la Lega, ma anche il Pd, aveva presentato emendamenti che tuttavia il Governo non aveva accolto rimandando la decisione al giudizio dell’aula della Camera dove lunedì inizia l’esame del provvedimento.
La soluzione è espressa dal Presidente della commissione Cultura, Valentina Aprea, secondo cui “se la Lega ripresenta in aula il suo emendamento e lo fa anche il Pd si andrà verso una convergenza ed è prevedibile – sottolinea l’on. di Forza Italia – che la modifica sia approvata. Accanto a questo, sto lavorando a un ordine del giorno, che si sa già che verrà accettato dal governo, per una tempestiva definizione degli standard di apprendimento e una più oggettiva assegnazione dei voti, per evitare disparità eccessive tra le diverse scuole”. A difendere l’art. 3 del decreto così com’è oggi ci sono però i deputati del Pdl: MarcoMarsilio e Fabio Rampelli dicono che la polemica sulla bocciatura è solo “una bufala orchestrata ad arte”. A testimonianza che la ‘partita’ sul sistema di valutazione è tutt’altro che chiusa.