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Alunno bestemmia a scuola e viene escluso da sport e gite, la madre invia esposto al Mim: “Ghettizzato, ora va dallo psicologo”

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Una mamma di un ragazzo di sedici anni di una scuola abruzzese sta conducendo una battaglia contro la scuola del figlio, da lei accusata di aver isolato e maltrattato dal punto di vista psicologico il ragazzo. La storia è stata raccontata dal quotidiano Il Messaggero.

“Mio figlio è stato ghettizzato per aver bestemmiato a scuola. È stato punito e, dal mese di gennaio, è stato sospeso dalle attività extrascolastiche”, queste le sue parole. Dopo la bestemmia il 16enne è stato escluso, quindi, da una serie di attività.

“Ha subito riconosciuto l’errore”

Dopo aver tentato, invano, di dialogare con i docenti e il dirigente scolastico, la donna ha deciso di inviare un esposto al Ministero dell’Istruzione e del Merito, all’ufficio scolastico regionale per l’Abruzzo e al dirigente dell’istituto frequentato dal figlio.

Ecco le sue parole: “Per un suo errore (turpiloquio), che ha subito riconosciuto e per il quale ha chiesto prontamente scusa, è stato sospeso dalle attività extrascolastiche (gite, teatro, sport) e lasciato solo in classe, mentre tutti gli altri compagni possono partecipare liberamente. Le scrivo perché sono stremata: mio figlio non vuole più andare a scuola e ha subito un crollo psichico, tanto da dover ricorrere a uno psicologo. Ho deciso di rendere pubblico questo esposto perché chiedo che mio figlio venga reintegrato nell’ambiente scolastico. La scuola deve essere un luogo di inclusione e non di esclusione per gli studenti”.

A nulla è servito un incontro con i docenti

La madre ha raccontato di aver avuto nei giorni scorsi un incontro con i docenti per capire se il figlio potesse tornare a pieno titolo a scuola, ma le è stato comunicato che il provvedimento disciplinare non sarebbe stato sospeso e che sarebbe durato fino alla fine dell’anno scolastico.

Per questo, la donna chiede al Ministro dell’Istruzione e al Dirigente dell’Ufficio Scolastico di accogliere l’esposto e garantire che il figlio non rimanga ancora “ghettizzato”. La donna, inoltre, ha sottolineato che la scuola sta violando l’articolo 3 della Costituzione e l’articolo 34, secondo i quali “La scuola è aperta a tutti”.

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