Home Archivio storico 1998-2013 Riforme Anche Il Pd “scarica” il ddl 953 Aprea-Ghizzoni

Anche Il Pd “scarica” il ddl 953 Aprea-Ghizzoni

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Le contestazioni di piazza e le elezioni imminenti sono state decisive: dopo il ministro Profumo, anche il Partito Democratico decide di “scaricare” l’ex ddl Aprea. A comunicarlo è la senatrice Mariangela Bastico, ex sottosegretario all’Istruzione durante la gestione del ministro Fioroni, attraverso un lungo comunicato. La Bastico premette che “dai numerosi incontri che abbiamo fatto come parlamentari e componenti del Pd, dalle audizioni avviate al Senato e soprattutto dalle grandi manifestazioni degli studenti e degli insegnanti abbiamo ben compreso l’altissima contrarietà e l’allarme nei confronti di un testo, che, pur profondamente cambiato, viene percepito come “legge-Aprea” e comunque tale da determinare per le scuole rischi di frammentazione, arbitrio, marginalizzazione”.
La senatrice non entra nel merito della liceità del disegno di legge, già approvato alla Camera a metà ottobre, ma si sofferma sul particolare momento (storico, sociale, politico ed economico) che stanno giocando contro la sua approvazione definitiva: “gli insostenibili tagli e il discredito, che il governo Berlusconi e, in modo differente ma parimenti pesante, anche il governo Monti hanno riversato sul mondo della scuola, hanno determinato una situazione di tale sfiducia e tensione tra gli insegnanti e gli studenti, che qualsiasi cambiamento viene percepito come negativo ed impraticabile”.
La conclusione è questa: “Il gruppo Pd al Senato – continua Bastico – ha colto queste diffuse convinzioni e preoccupazioni ed è quindi orientato, una volta terminate le audizioni, a non procedere nell’iter di approvazione. Mi sembra questa la decisione giusta, rispettosa di quanto il mondo della scuola ci ha testimoniato, decisione che consegue ad un vero percorso di ascolto”.
Il problema è che alla Camera i parlamentari dello stesso Partito Democratico la pensavano diversamente. A sentire la Bastico, però, questo punto non rappresenterebbe motivo di contrasto. “Questo orientamento – spiega la senatrice – è stato assunto dai Senatori in sintonia con il Pd e con i componenti del PD della Commissione VII della Camera: credo che sia giusto esprimerlo in modo chiaro e forte per non lasciare spazio ad ulteriori fibrillazioni, allarmi e tensioni”.
La chiosa è puramente politica: “i tempi ormai strettissimi di questa fine legislatura, in cui le Camere sono totalmente assorbite dalla discussione ed approvazione di una serie di decreti legge, della legge di stabilità ed auspicabilmente della nuova legge elettorale, ci mettono al riparo da eventuali bliz di una maggioranza Lega-PDL, che, pur non essendo più tale, si ricompatta sempre più frequentemente per imporre norme inaccettabili: vi ricordo, a questo proposito, la riforma costituzionale, la legge elettorale e da ultimo il disegno di legge sulla diffamazione”.