Home Attualità Anche Mastella bocciato dal Tar: ok a panino libero

Anche Mastella bocciato dal Tar: ok a panino libero

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Il Tar della Campania ha bocciato il regolamento dell’ex ministro alla Giustizia del governo Prodi, Clemente Mastella, con cui vietava il panino libero nelle scuole di Benevento.

Come è noto i primi pronunciamenti a favore del panino libero a scuola, per coloro che non volessero usare le mense scolastiche, vennero dal Tar del Piemonte. Poi lentamente la cosa è passata anche altrove fino al Tar della Campania che ha annullato definitivamente il regolamento disposto nel giugno 2017 dalla giunta comunale guidata da Clemente Mastella e approvato dal Consiglio comunale, con il quale si imponeva la mensa pubblica. I bambini dunque potranno portare il panino da casa e consumarlo a scuola coi loro compagni che preferiscono la mensa.

Il regolamento già sospeso temporaneamente

La sentenza del Tar arriva in seguito all’udienza che si è tenuta il 7 marzo scorso e dopo che già nel settembre 2017 lo stesso Tribunale aveva sospeso temporaneamente il regolamento contro il quale avevano fatto ricorso circa 50 genitori.

La sentenza pubblicata ieri ed emessa dalla sesta sezione del Tar in pratica “annulla la delibera del Consiglio Comunale del 10 luglio 2017 e la delibera della Giunta del 16 giugno 2017” che avevano approvato il regolamento sul servizio di ristorazione scolastica.

Mastella: andremo avanti

Ma il Comune di Benevento non si arrende: “Andremo avanti, faremo ricorso al Consiglio di Stato”, ha detto all’ANSA il sindaco Mastella. “Siamo confortati dal fatto – ha aggiunto – che abbiamo 1100 iscritti al servizio mensa e l’offerta è gradita ai ragazzi e alle famiglie” che ne usufruiscono.

Gli avvocati

In attesa degli esiti del braccio di ferro tra sindaco e i genitori che difendono il diritto al pasto domestico, la sentenza, secondo gli avvocati, “difende le famiglie, le loro scelte, la loro autonomia e potestà genitoriale, la loro organizzazione quotidiana”.

Dopo il Tar Lazio, anche il Tar della Campania, hanno rilevato i legali, “mette l’ennesimo sigillo sulla legittimità del pasto da casa, come valida alternativa al servizio mensa erogato dai Comuni”.