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Ansia e burnout: lo stress di studenti e docenti fra smartphone e classi pollaio

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La scuola italiana è stressante, per gli studenti e per gli insegnanti. Lo dice l’OCSE in seguito all’ultimo studio che ha riguardato gli alunni ma che si incastra bene con altre ricerche in merito.

Infatti, come abbiamo già scritto, per gli studenti il problema dell’ansia non si ha solo per l’interrogazione, ma anche quando si sentono abbastanza preparati: l’ansia da prestazione è per l’85 per cento degli studenti italiani, 66 per cento a livello Ocse. 

Con gli insegnanti il rapporto a volte è visto positivo, altre negativo, ma rimane comunque il fatto che la disponibilità o meno del prof può influire sull’ansia: gli studenti che dichiarano di essere ansiosi per una verifica anche se preparati sono il 5%. Quando il professore si rende disponibile a un aiuto individuale, la propensione all’ansia scende del 17%

L’indagine mette in evidenza comunque un problema: l’ansia del “brutto voto”e della possibilità di trovarsi davanti un compito che non sanno risolvere. In quest’ottica, la situazione degli studenti sarebbe dovuta in parte allo scarso esercizio fisico e all’impiego del tempo libero, troppo spesso utilizzato con Internet e smartphone, con i genitori oggi troppo permissivi che non tengono conto di quanto queste cattive abitudini possano condizionare il rendimento scolastico.

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Se per gli studenti non vanno bene le cose, per gli insegnanti vanno anche peggio: secondo i risultati dello studio pubblicato su Social Science & Medicine, realizzato dalla University of British Columbia del Canada, infatti gli studenti sarebbero tanto più stressanti quanto lo sono i loro docenti, in una sorta di contagio simile a quello influenzale. 

Abbiamo più volte parlato dell’eccessivo stress per gli insegnanti oggi, che porta molto spesso alla sindrome di burnot.
In Italia non abbiamo molti studi recenti in merito, ma una ricerca dell’Università La Sapienza ha evidenziato che, oltre agli stipendi bassi, i servizi scarsi, il rapporto conflittuale con presidi, colleghi e genitori, i docenti italiani maggiormente esposti a rischio burnout sono quelli con classi molto numerose, con più di 25 alunni, ovvero le famose classi pollaio.

Lo stress contagioso è fenomeno che deve essere arrestato, perché da un lato è deleterio far crescere gli studenti con ansia da prestazione esagerata e dall’altro, non si può ignorare il fenomeno delle classi pollaio che aumenta lo stress esponenzialmente per gli insegnanti.

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