
La conduttrice Antonella Clerici, madre di una ragazzina di appena sedici anni, ha rivelato su Instagram di aver mantenuto una promessa di cui aveva parlato tempo fa: si è tatuata sul braccio, insieme alla figlia, il suo mantra, “la cultura è libertà”.
Si tratta di una frase che, a quanto pare, la 61enne ripete a sua figlia da quando era piccola. Il gesto ha attirato molte critiche. “Forse era meglio comprare 2 libri al mese invece di un tatuaggio”, ha scritto un utente. “Mai fare un tatuaggio solo per averlo promesso ad una figlia”, ha scritto un altro.
“Messaggio potente”
Insomma, per molti era meglio comprare altro, qualcosa che ha a che fare con la cultura, con i soldi spesi per il tatuaggio. C’è anche chi ha criticato proprio il gesto di promettere un tatuaggio e farlo insieme ai figli. Ma un’educatrice ha lodato la Clerici: “È un messaggio potente, soprattutto in un contesto pedagogico. Esprime l’idea che la conoscenza apre le porte all’autonomia, alla consapevolezza critica e alla capacità di scegliere liberamente. Un tatuaggio con questa frase diventa un simbolo permanente dell’importanza dell’educazione nel liberare la mente da pregiudizi, ignoranza e condizionamenti!! Dal punto di vista pedagogico sottolinea il valore dell’ apprendimento come strumento di emancipazione personale e sociale”.
“Studiare non è un optional”
Clerici ha spesso parlato di scuola. “Sulla scuola con mia figlia intervengo molto. Sono molto rigida, lei lo sa. Il mio mantra è ‘la cultura è libertà’. Questo è vero soprattutto per una donna. Non ti potranno mai prendere in giro se tu culturalmente sei preparata a tutto, se non sbagli i verbi quando parli, se sai leggere un contratto. Studiare non è un optional. Dico a mia figlia che ha quello a cui pensare e deve farlo bene”, queste le sue parole pronunciate nel corso di una puntata del podcast “Mamma dilettante”.
Poi la conduttrice ha parlato di alcuni episodi di bullismo che hanno colpito sua figlia: “Quando ha iniziato le scuole medie, io credo che mia figlia sia stata vittima di bullismo. Proprio perché era mia figlia qualcuno glielo faceva pesare additandola come figlia di. Qualcuno le ha detto: ‘Tu parli, ma sei la figlia di’. Lei all’inizio ha incassato, perché ho visto che un po’ ci ha sofferto. Ma poi è riuscita a ribaltare la situazione. Alla fine della terza media ho visto che chi prima la denigrava poi era dalla sua parte. Maelle è stata brava e intelligente a gestire quella situazione”.