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Appello ai sindacati

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Dopo il successo dello sciopero anti-Ddl Buona Scuola è il momento dei sindacati, che dovranno presentare con forza le proposte, i bisogni, ma soprattutto il progetto di scuola di coloro che sono scesi in piazza e che si sono astenuti dal lavoro. In questo sciopero è emerso il bisogno vitale di una scuola collegiale e democratica. La comunità educante, rappresentata da tutto il personale della scuola, docenti ed Ata, non vuole essere organizzata come un’azienda né come una qualsiasi amministrazione con un capo che decide per tutti. Non si è così stupidi da non sapere e da non capire che l’autonomia scolastica, introdotta tanti anni orsono, ha portato nelle istituzioni scolastiche, ormai soggetti con personalità giuridica, elementi di gestione tipici delle aziende.

Tuttavia non mi sembra troppo limitare tali aspetti aziendalistici ai cosiddetti servizi generali, sotto la responsabilità del dirigente scolastico, ma di cui si occupa praticamente il DSGA, direttore amministrativo dei servizi generali.

Per il resto l’organizzazione scolastica investe la didattica, un campo particolare proprio della scuola, che ha come finalità la formazione e la crescita intellettuale ,ma anche e soprattutto umana, degli alunni. Nell’organizzazione della didattica, che tiene conto ovviamente delle linee guida del Ministero, sono coinvolte nelle singole scuole i docenti che in sede collegiale (collegio dei docenti) scelgono il da farsi, nella linea dell’organo d’indirizzo che già è il consiglio d’istituto.

E’ giusto che il personale entri nel mondo della scuola per concorso, o per soli titoli rilasciati tra l’altro dallo Stato, come è avvenuto fino ad ora, o per titoli ed esami. Ora i docenti sono una categoria di personale con garanzie costituzionali come quella sulla libertà di insegnamento, i quali certamente non possono essere scelti e spostati con criteri aziendalistici. Essi non producono oggetti, ma si occupano di persone e li devono seguire con costanza.

La mobilità di docenti e di tutto il personale scolastico non può essere quella di un’azienda! Insomma si cerchi di riformare la scuola nei contenuti e non tanto nell’organizzazione del personale, quello che in sostanza si è rivelato il Ddl Buona Scuola.

In ultimo, e non ultimo faccio appello ai sindacati affinché non dimentichino gli Ata (collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici). Non si accenna nel DDL agli ATA e al loro ruolo nella scuola del futuro e al loro reclutamento. Noi ATA vogliamo esserci nella scuola del futuro, valorizzati e magari riqualificati (vedi collaboratori scolastici)