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Bianchi esalta le riforme Draghi per formare e assumere insegnanti come vuole l’Ue: coi fondi Pnrr rilanciamo poi istituti tecnici, orientamento e Centri adulti

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Grazie ai miliardi del Pnrr dobbiamo aspettarci una scuola italiana decisamente migliore di quella attuale, con più personale formato e in ruolo assieme ad una serie di riforme decisive. A sostenere il concetto è stato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi: intervenuto alla presentazione delle Linee guida Ocse per il riconoscimento dei crediti nei Cpia, i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti, il titolare del dicastero bianco è sembrato incurante delle forti contestazioni sindacali al progetto, sostenendo che “l’istruzione degli adulti ha un ruolo centrale all’interno della strategia di formazione permanente che stiamo realizzando con il Pnrr”.

Le “buone” riforme del Governo Draghi

Secondo il ministro, quindi, “le riforme attuate dal Governo Draghi “stanno andando infatti tutte in questa direzione”: la costruzione di “un unico grande disegno di riforma della scuola italiana: la formazione e l’assunzione degli insegnanti, la riorganizzazione degli Its Academy, gli Istituti tecnici e professionali, l’orientamento”.

Il riferimento di Bianchi alla formazione dei docenti è all’obbligo per tutti (ma non i precari) di formarsi sulle nuove tecnologie digitali on line, più l’incentivo economico, da assegnare però al massimo al 40% del corpo insegnante di ruolo previa formazione di lungo periodo di carattere più pedagogico.

A questo va aggiunto il discusso docente “esperto”, ormai alla prova del Senato, che verrà ricompensato (con circa 5.600 euro lordi annui) solo nel 2032 in cambio di una formazione triennale ripetuta tre volte: una cifra che però andrebbe ad essere assegnata (tra dieci anni) a non oltre 32 mila insegnanti.

Per quanto riguarda, invece, l’assunzione dei prof, il ministro fa riferimento agli oltre 55 mila docenti da assumere entro due-tre anni attraverso il pubblici concorsi, però ancora per oltre la metà dei posti da assegnare in fase di svolgimento.

Puntare di più sulla formazione degli adulti

Bianchi ha aggiunto, sui Centri provinciali per l’istruzione degli adulti, che vorrebbe chiamarli “Istituti statali per l’educazione degli adulti, perché sono parte integrante del grande quadro che stiamo disegnando, coinvolgendo di più le Regioni, le economie territoriali, guardando anche al contesto europeo e mondiale. Un’azione di riforma vera e profonda che riguarda lo sviluppo e la crescita del Paese e il suo futuro”.

Alla presentazione delle Linee guida Ocse sui Cpia c’era anche Stefano Scarpetta, direttore per l’Occupazione, il lavoro e gli affari sociali dell’Ocse, il quale ha sottolineato che “i Cpia sono un elemento importante nella formazione continua degli adulti”.

“Con il riconoscimento delle competenze pregresse e la possibilità di avere queste competenze certificate – ha tenuto a dire Scarpetta -, il Cpia può essere un trampolino per ulteriori opportunità di apprendimento”.

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