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Burnout, stress, problemi con i genitori: si può riuscire ancora a insegnare con gioia e soddisfazione?

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docenti aggrediti

I problemi e le sfide che ogni giorno devono affrontare i docenti sono innumerevoli. Sono tanti i docenti vittime di burnout, stress e addirittura di gesti riconducibili a violenza fisica e psicologica. Si può riuscire ancora a insegnare con gioia e soddisfazione? VAI AL CORSO

Il mestiere di chi insegna è sempre stato impegnativo. Oggi lo è molto di più.

Due ostacoli alla professione docente sono diventati sempre più ingombranti. All’origine del crescente disagio dello stare in classe ci siano prioritariamente il comportamento dispersivo degli allievi ed il precipitare delle loro capacità attentive, sempre più contenute.

Le classi, specialmente quelle numerose, sono un organismo difficile da gestire.

Certo, la situazione cambia molto da una scuola all’altra, dal livello socio-economico di origine, dal contesto territoriale, dal settore/indirizzo/articolazione della scuola, dall’età degli allievi, dalla complessità della classe, e molto altro. Ma qualunque sia il gruppo di adolescenti che viene assegnato, nell’istruire ed educare i discenti, se si vuole fare bene il proprio lavoro, il rischio di rimanere delusi, spossati e demotivati è sempre più alto. Ogni anno di più.

Tuttavia, costruire il benessere a scuola è un’opera ambiziosa ma possibile.

La prima cosa da presidiare è la salute, il benessere psicofisico. Solo un insegnante con un buon equilibrio emotivo e le idee chiare su come gestire la classe può affrontare questo lavoro e ambire ad un certo successo, ottenendo soddisfazione dal proprio lavoro.

Quello dell’insegnante è un ruolo con scarso riconoscimento, sia sociale che economico. Allora, occorre imparare il modo di ottenere dal lavoro del docente quella gratificazione necessaria ad andare avanti, impegnandosi, secondo scienza e coscienza, nel dare il meglio per gli allievi, evitando spossatezza ed emorragie emotive.

Per svolgere con soddisfazione il lavoro di insegnante occorre maneggiare alcuni strumenti cognitivi ed emotivi. Dopo una lezione ci sentiamo spesso spossati, svuotati, perché quello dell’insegnante in aula è un mestiere faticoso, che comporta l’impiego di notevoli quantità di energia psicofisica. Dispiace che spesso queste energie vadano perse, non si trasformino in ciò per cui l’abbiamo spese: istruire ed educare i nostri allievi. Senza diventare psicologi, pedagogisti o sociologi, noi docenti possiamo acquisire una maggiore consapevolezza su cosa accade in un’aula scolastica durante lo svolgimento della lezione; quali nostre azioni inneschino meccanismi funzionali o disfunzionali; con quali strategie indurre comportamenti sani e gestire efficacemente la classe, impiegando le energie che servono, senza sprechi, ed uscirne certi di aver fatto un buon lavoro.

Il corso

Su questi argomenti il corso Insegnare soddisfatti, in programma dal 15 aprile, a cura di Daniela Fedi.

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