Home I lettori ci scrivono Cara Littizzetto, non si arrampichi sugli specchi

Cara Littizzetto, non si arrampichi sugli specchi

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Carissima Littizzetto,

visto che Lei fa cenno alla premessa io partirei, se non Le dispiace, con una premessa chiara e ineludibile: ha tutta la mia solidarietà per quanto riguarda l’odio mediatico.

Una solidarietà che Le esprimo a piene mani e senza nessuna reticenza perché, chi prende a pretesto una dichiarazione per esprimere il proprio rancore, sbaglia per almeno due motivi: perché non sta sul pezzo e perché l’educazione e il rispetto, come ho cercato di dire nell’intervento che La riguardava e che probabilmente non ha neppure letto, è una roba sulla quale ogni titubanza deve essere evitata.

In soldoni: se Lei faccia ridere, non ridere, piangere o cambiare canale, c’entra, come già scritto riferendomi al suo inopportuno intervento, come i cavoli inzuppati nel caffelatte. Però, cara Littizzetto, Lei può fare tutte le premesse e i preamboli del mondo, ma se poi se ne esce con un “I ragazzi hanno sparato solo a una professoressa, non a tutti. Questo ci deve far riflettere perché probabilmente non è riuscita ad entrare in sintonia con i ragazzi scatenando questa aggressività fuori luogo e da punire” costringe a chiedermi e a chiederci – ma forse potrebbe chiederselo anche Lei – cosa c’entra sostenere: “nessuno ha letto-sentito la premessa?”.

Questo, al mio paese, si chiama: “Chircare de acher andare s’abba a punt’issusu”, che potrebbe essere assimilato a un dantesco “arrampicarsi sugli specchi”.

La prossima volta che la spara grossa dica semplicemente: “ho sbagliato a mettere sullo stesso piano l’empatia e l’educazione primaria e, per questo, chiedo scusa in primo luogo alla docente e, poi, a tutti i docenti, agli alunni e al mondo intero. Avrà certamente notato come, nel primo intervento, non mi sono soffermato sul fatto che Lei mi faccia ridere o mi faccia cambiare canale, ma ho indugiato sulla sostanza e non sui barocchismi del pezzo.

Salutandola cordialmente – e esprimendo in chiusura nuovamente tutta la mia solidarietà sull’odio mediatico – la prego di rimanere, anche Lei, sul pezzo, eludendo arrampicamenti e correnti contrarie di fiumi che dovrebbero essere evitati, a mio parere, da tutti e soprattutto dai comici che amano scartare di lato per far ridere. In alcuni casi, e soprattutto quando si parla di ragazzi con i quali lavoriamo ogni giorno con fatica ma anche con grande piacere e empatia – palese o celata che sia – è più opportuno affidarsi al buon senso.

Augusto Secchi

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