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Cerimonia al Quirinale, Napolitano: la scuola torni priorità e tuteli gli alunni deboli

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È stata una cerimonia particolarmente sentita quella che si è svolta il 23 settembre nel Cortile d’Onore del Palazzo del Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: l’avvio dell’anno scolastico da parte delle massime istituzioni è stato vissuto da 2.500 alunni, che hanno raggiunto il Quirinale da tutta Italia, da molti altri collegati via web, da centinaia di docenti accompagnatori e tanti esponenti di spicco della scena politica e non solo. Tra i tanti, il presidente della Corte Costituzionale, Alfonso Quaranta, il vicepresidente del Senato, Emma Bonino, il vicepresidente della Camera, Rocco Buttiglione, il ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, autorità politiche, civili e militari, e personaggi del mondo accademico, dello spettacolo, dello sport.
La manifestazione, aperta dall’esecuzione dell’Inno nazionale da parte dell’Orchestra formata dai ragazzi dei Conservatori musicali del Paese e da un coro formato dalle Scuole militari nazionali, da studenti di Lampedusa e dai “Piccoli Cantori di Milano”, è stata caratterizzata da una rappresentazione delle tante attività compiute nelle scuole del Paese per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Con un minuto di silenzio la platea ha poi reso il commosso omaggio ai tre militari italiani deceduti oggi in Afghanistan: il Tenente Riccardo Bucci, il Caporal Maggiore Scelto Mario Frasca, e il Caporal Maggiore Massimo Di Legge.
Subito dopo ha preso la parola il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini (in precedenza inquadrato per qualche secondo delle telecamere mentre assisteva all’esecuzione dell’inno nazionale senza cantare): il Ministro ha esordito rivolgendo il saluto agli studenti, agli insegnanti e al personale dell’istruzione.
Sappiamo – ha detto Gelmini – che alla scuola è richiesto un nuovo sforzo: il passaggio dall’inclusione all’innalzamento delle competenze per raggiungere il successo formativo di ciascun ragazzo e favorire, come richiesto dall’Unione europea, una crescita intelligente basata su una economia della conoscenza e dell’innovazione“. Per far questo è indispensabile che “la capacità di un paese di crescere non” si misuri “solo da formule matematiche, ma da un rinnovato patto tra le generazioni”.
Quelle generazioni “future – ha continuato il ministro – che saranno chiamate ad imparare e ad apprendere a tutte le età”. In questo senso, “forte è l’investimento che stiamo compiendo in tutto il percorso formativo dell’istruzione tecnica“. Gelmini si è poi rivolta direttamente agli studenti: “per sostenervi nel percorso di studi – ha sottolineato – nella legge di stabilità confermeremo lo stanziamento di 100 milioni per le borse di studio in accordo con le Regioni”. Dopo aver ricordato il successo dei licei musicali e coreutici, e il prossimo avvio dei quelli sportivi, il responsabile del Miur ha concluso l’intervento soffermandosi sull’istituzione del “fondo per il merito”, nato “per consentire agli studenti più bravi di accedere alle migliori università“.
Dopo è stata la volta de
l presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. E’ una “luminosa giornata“, ha detto il Capo dello Stato alla sua sesta inaugurazione dell’anno scolastico, probabilmente la cerimonia “più bella e gioiosa“. Cornice festosa di ragazzini che salutano il presidente con bandierine tricolore, cori e presenze di atleti del calibro di Federica Pellegrini e Valentina Vezzali. Napolitano ha detto che anche se è un giorno di festa “non possiamo nasconderci che il 2011 è stato un anno estremamente difficile“. Si può solo sperare che nel 2012 l’atmosfera “nazionale e internazionale” sia “più serena“, ma per arrivare a questo traguardo “occorre essere in tanti a fare ciascuno la sua parte“.
Poi le parole hanno riguardato i giovani e la scuola. Chi “ha responsabilità nella guida del Paese” ha il “dovere” di dare “speranza” ai giovani, ha detto il Presidente. Per questo azzerare il debito pubblico è un obiettivo “ineludibile“, perchè ha un “peso abnorme“, è una “montagna” che “non possiamo lasciare sulle spalle delle generazioni più giovani“. Ma in nome del risanamento va stabilito un “nuovo ordine di priorità“.
Nel ricordare le proteste dei docenti precari e degli studenti dello scorso anno, Napolitano ha quindi avvertito: “non sia riservata alla scuola una collocazione riduttiva nel bilancio dello Stato“, per una scuola moderna serve “una quota adeguata di risorse nell’ambito del bilancio dello Stato”. E la scuola sia inclusiva. Perchè va bene premiare il merito, come sostiene il ministro Mariastella Gelmini elogiando la sua riforma, ma il merito va anche “reso possibile e promosso“. In altre parole, vanno garantite “pari opportunità” a tutti, ognuno deve avere la possibilità di emergere. Non a caso il presidente cita l’esempio della Finlandia, dove si raggiungono i “migliori rendimenti scolastici” e insieme “minore disparità nelle competenze acquisite e minore dispersione tra gli studenti provenienti da gruppi svantaggiati“. Il Presidente ha poi citato il suo predecessore Luigi Einaudi che nel dopoguerra, a proposito della selezione formativa, scrisse: “È un errore grave ritenere che sia dannoso mettere tanta gente allo studio. Non ce ne è mai troppa, fino a che dai sei ai venticinque anni ci sarà qualcuno il quale non abbia avuto l’opportunità di studiare quanto voleva e poteva“.
Il Capo dello Stato ha quindi fatto riferimento alla cosiddetta fuga di “cervelli”: prima ha lodato la qualità delle università italiane “dimostrata dal fatto che cresce il numero di studenti stranieri” nei nostri atenei. “Ma c’è l’altra faccia della medaglia – ha aggiunto – cioè il dato davvero preoccupante dei troppi bravi nostri laureati che per necessità lasciano ogni anno il nostro paese, non trovando lavoro qui, e che nonostante recenti provvidenze di legge difficilmente poi rientrano“.
Al termine della cerimonia, Napolitano ha consegnato, insieme al ministro Gelmini, ai genitori di Vito Scafidi, studente del Liceo Darwin di Rivoli tragicamente scomparso nel crollo del soffitto della scuola, un diploma alla memoria.