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Chi ruba 1.500 giorni di assenza e chi fa lezione con la febbre. Due mondi a confronto

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Su Famiglia Cristiana, interessante articolo di approfondimento sulla vicenda di un professore-avvocato assenteista, titolare di una cattedra di diritto presso l’istituto superiore Ambrosoli di Codogno e il Merli – Villa Igea di Lodi e di uno studio legale a Santo Stefano Calabro (Vibo Valentia). 1533 giorni di assenza da scuola negli ultimi cinque anni, colpa di una lombosciatalgia acuta e di un padre malato da assistere che lo hanno costretto lontano dalle aule scolastiche, ma non da quelle dei tribunali: oltre 350 le udienze alle quali ha infatti preso parte nello stesso periodo.

 

L’autrice dell’articolo, Maria Gallelli, mette in contrapposizione la figura dell’avvocato assenteista a quella della giovane precaria che tenta di inserire la domanda nel sistema di Istanze Online per le graduatorie d’istituto. Hha scelto come sede Milano, pronta a lasciare madre, padre e due fratelli.

 

 

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“Tanto qui in Calabria a insegnare non la chiamano”

 

La riflessione dell’autrice è amara: “Io penso a quanta vita il boom economico abbia sottratto ai nati nei decenni successivi. Al professore–avvocato- assenteista, esponente politico locale e anche impegnato nell’antimafia, che fa indignare i ragazzi calabresi onesti. Alle 700mila ansie diverse aggiogate ai modelli B che non si inseriscono, alla paura di non avere, per tre anni, neanche quei pochi mesi di lavoro lontano da casa. E poi alle colleghe, a tutte quelle brave di ruolo, che vengono a scuola con la febbre. A chi insegna da trent’anni con entusiasmo e passio”.

 

“Ai due mondi contrapposti, tutti italiani, e non solo a scuola: quello dei privilegi abusati da una parte, del precariato con la voglia di farcela dall’altra. Chi compila il modello B per fortuna non sta zitto, si ribella, lotta a modo suo: e a lavorare poi ci va, dovunque lo chiamino, dietro casa o anche a mille chilometri di distanza, pure per quei pochi mesi di stipendio che non bastano neanche a coprire le spese di una caparra per l’affitto di un appartamento in una grande città”