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Cisl-Scuola all’attacco del Governo

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E così chi pensava che, con il nuovo corso, fra sindacati della scuola e Governo sarebbe stato tutto latte e miele, deve già ricredersi.
Ad aprire le ostilità ci ha pensato oggi Francesco Scrima, segretario nazionale di Cisl-Scuola, che con un comunicato di un paio di cartelle, commenta le indicazioni trasmesse al Parlamento dal Governo il 26 maggio scorso.
Scrima è chiaro: ” Mentre apprezziamo l’intento del Governo di voler immediatamente intervenire sui provvedimenti attuativi della Riforma Moratti, rileviamo e denunciamo nel merito una vistosa dimenticanza e un’evidente asimmetria nella considerazione delle urgenze di modifica e correzione” degli aspetti che da sempre sono stati considerati negativi dalla Cisl-Scuola.
In particolare Cisl Scuola contesta il fatto che nel comunicato inviato dal ministro Chiti al Parlamento non venga ribadita come priorità assoluta la necessità di apportare modifiche urgenti al Decreto Legislativo 59/2004.
Secondo Scrima è infatti assolutamente urgente “eliminare le disposizioni relative agli “anticipi”, al “tutor”, al “portfolio delle competenze”, alla decurtazione del tempo-scuola, alla distinzione tra orario obbligatorio e opzionale-facoltativo, alla disarticolazione dei modelli istituzionali di tempo pieno e tempo prolungato e, soprattutto, le prolisse e contraddittorie elencazioni di obiettivi specifici di apprendimento contenute nelle “Indicazioni Nazionali”, allegate al Decreto”.
Parole di apprezzamento vengono invece espresse da Cgil-Flc (“Le prime dichiarazioni del nuovo Ministro dell’Istruzione, all’indomani del suo insediamento, paiono positive e condivisibili” si legge nelle prime righe del comunicato stampa) che sembra ricorrere complessivamente ad un tono più soft.
E’ probabile che le cautele di Cgil-Flc siano legate anche all’imminente riunione del Consiglio Direttivo prevista per la fine di questa settimana e che dovrebbe chiarire quale posizione politica assumerà d’ora innanzi il sindacato di Enrico Panini.
Tutti d’accordo, invece, sulla “rimodulazione” dei tempi di attuazione della riforma del secondo ciclo: sia Cgil, sia Cisl sperano che un rinvio dell’avvio della sperimentazione possa essere il primo passo per poter ridiscutere i contenuti del decreto legislativo 226.