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Con gli Its l’82% trova lavoro

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Il sottosegretario al Miur, Gabriele Toccafondi, sarà a Milano per la presentazione del monitoraggio 2018 relativo agli Its e in quella occasione farà conoscere i dati, secondo i quali a un anno dal conseguimento del diploma “di super tecnico” l’82,5% dei ragazzi è occupato. Nella quasi totalità dei casi lo è svolgendo mansioni coerenti con le competenze acquisite durante i percorsi di studio in aula e di pratica “sul campo”, e molto spesso, addirittura, nelle stesse aziende che partecipano alle rispettive Fondazioni Its.

L’industria punta da tempo sugli Its

Confindustria da tempo punta agli Its per trovare personale idoneo alle aziende, ma non sembra che ci sia uguale rispondenza da parte dei ragazzi a intraprendere questi studi, né delle scuole a incentivarle.

Il Sole 24 ore, infatti, da tempo ha acceso i suoi riflettori su questa specifica istruzione post-diploma, e oggi è in grado di sapere con anticipo i risultati del monitoraggio su cui relazionerà Toccafondi: “questa punta più avanzata della scuola italiana ha fatto conquistare un impiego a 5.070 diplomati sui 6.293 totali, vale a dire all’80,5%, con punte superiori al 90% nelle realtà più avanzate dell’Italia centro settentrionale. A crescere, dal 2015 al 2018, sono un po’ tutti i numeri: gli studenti sono passati da circa 8mila a quasi 11mila; i percorsi attivi sono saliti da 349 a 464, e pure le aziende “partner” degli Its sono aumentate da 509 a 827.

Occupazione

Le chiavi del successo (già tre anni fa il tasso di occupazione dei super periti Its si attestava al 78,3%) sono essenzialmente due: la possibilità di contare su una formazione on the job e la presenza di docenti che provengono dal mondo del lavoro (oltre il 50% degli insegnanti sono infatti imprenditori o loro collaboratori, circa il 30% liberi professionisti).

Certo, gli Its, pensati e introdotti dagli ex ministri, Giuseppe Fioroni e Mariastella Gelmini, restano ancora una realtà di nicchia, se paragonati, per esempio, alla Germania, patria del sistema duale, dove nelle “Fachhochschulen”, analoghi istituti di formazione terziaria professionalizzante non accademica, si specializzano oltre 800mila studenti. A frenare il decollo di queste super scuole di tecnologia è stata, in egual modo, la scarsa attività di promozione e incentivazione dei vari governi e un’impalcatura normativa burocratica e piuttosto onerosa per le imprese (non a caso nell’ultima legge di Bilancio è previsto un restyling degli Its, a partire dalla governance, al momento però rimasto ancora sulla carta)”.