
L’ipotesi sembra abbastanza realistica, anzi assai probabile, a leggere un articolo su Vita.it, secondo cui in Valtellina starebbe montando la protesta tra le famiglie per via di un ritorno alla “didattica a distanza” per causa dei Giochi invernali, in programma dal 6 al 22 febbraio.
L’Ufficio scolastico regionale, sottolinea Vita.it, lo scorso 13 maggio ha diramato un comunicato in cui si specificava che potrebbe essere prevista una didattica ibrida per alcune scuole superiori. E infatti è spiegato: “In occasione delle Olimpiadi sono previste variazioni nel percorso e negli orari dei trasporti pubblici. Questo ha potenziali effetti diretti anche sulla scuola, che si è cercato di minimizzare”.
Dunque, qualcosa che non gira come dovrebbe si averte, anche perché il genitore di uno studente avrebbe avviato una raccolta firme online per scongiurare la Dad in valle, a cui avrebbero aderito già 214 firmatari tra genitori, docenti e cittadini.
Nello stesso tempo, è stata inviata una lettera alla Provincia, alla Prefettura, all’Ufficio scolastico, ai sindaci e agli istituti scolastici della provincia di Sondrio nella quale si chiede con forza alle Istituzioni di non scaricare sulla scuola il problema della viabilità che nulla ha a che fare con la didattica e di tenere conto delle esigenze di tutti gli studenti, in particolare di quelli che non dispongono di strumenti tecnologici adeguati o di un ambiente domestico favorevole allo studio.
Per meglio capire il problema, in Valtellina la principale via di comunicazione è la Strada statale 38 dello Stelvio, che serve l’intera comunità e dunque si teme che, di fonte alla prima difficoltà logistiche, si possa sacrificare la scuola per alleggerire la circolazione.
In ogni caso l’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia precisa: “Per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado saranno previste soluzioni individualizzate, con lezioni in presenza o in modalità telematica, in base all’effettiva possibilità di raggiungere l’edificio scolastico”, anche se, si sottolinea, “non sappiamo ancora quali istituti saranno interessati dalla didattica a distanza”.
“In attesa di chiarimenti più precisi da parte dell’Ufficio scolastico sulle modalità organizzative, le famiglie sperano ancora in un confronto con le istituzioni perché l’eccezionalità di un evento internazionale come le Olimpiadi non si traduca in un sacrificio per gli studenti”.