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Concorsi e assunzioni docenti: partiti di Governo disuniti e i leghisti parlano con toni da opposizione

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E’ sempre più evidente che, sui problemi della scuola, i partiti che formano la maggioranza di Governo sono in disaccordo fra di loro.
L’ultima conferma arriva da una dichiarazione che il sottosegretario leghista Rossano Sasso ha affidato poche ore fa a Facebook.

“PD e M5S – scrive Sasso – hanno deciso che nel Decreto Sostegni non ci sarà alcuna stabilizzazione dei precari. Abbiamo chiesto per settimane una sintesi e il massimo che ci è stato offerto è una riserva del 30% in un nuovo, ennesimo concorso. Poiché questo nodo politico diventa sempre più grande, va sciolto (prima che diventi un cappio) attraverso un Decreto Scuola ad hoc e in Legge di Bilancio”.
“Il mondo della scuola –
aggiunge il sottosegretario – rifletta seriamente su chi si batte per la categoria e chi invece gli volta le spalle o peggio. Oggi, purtroppo, i numeri in Parlamento sono dalla parte di chi ha deciso ancora una volta di non tutelare i diritti dei lavoratori della scuola”.
Parole che, per la verità, sembrano scritte più da un parlamentare di opposizione che da un membro del Governo.

Dichiarazione in perfetta sintonia con quella di Mario Pittoni, vicepresidente della Commissione Cultura del Senato e responsabile scuola della Lega: “La riserva del 30% di posti del concorso ordinario è del tutto inadeguata a risolvere il problema, innanzitutto perché lo rimanda all’anno 2022/23, lasciando iniziare il prossimo anno scolastico nel peggiore dei modi con circa 200 mila supplenze da assegnare; inoltre, si continua ad insistere con i concorsi retrogradi, inadeguati a valutare le competenze pedagogiche”.