Home Politica scolastica Concorsi scuola: PD, Leu, Lega e sindacati contro Azzolina

Concorsi scuola: PD, Leu, Lega e sindacati contro Azzolina

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Si complica, e non poco, la vicenda dei concorsi di cui già nella giornata del 28 aprile sono stati pubblicati i bandi nella Gazzetta Ufficiale.

Proprio allo scadere dei termini, sono stati depositati al Senato alcuni emendamenti per modificare le disposizioni contenute nel decreto scuola numero 22 che sta dovrà essere convertito in legge dal Parlamento.
E fin qui nulla di strano; il fatto importante è pero che alcuni di questi emendamenti sono stati presentati da una parte della stessa maggioranza di Governo (PD e LEU) in contrasto con quanto voluto finora dalla ministra Azzolina.
Le modifiche riguardano la controversa questione dei concorsi per soli titoli sui quali la Ministra si è sempre detta contraria e che vengono invece rivendicati dai sindacati del comparto scuola.
Già nei giorni scorsi dal PD e da LEU si erano levate voci di dissenso sulla posizione della Ministra che più volte era stata espressamente invitata da esponenti del PD e dal sottosegretario Peppe De Cristofaro (Leu) a continuare il confronto con le organizzazioni sindacali.
Domenica sera, però, nel corso della sua conferenza stampa, il presidente Conte aveva annunciato che, nonostante qualche perplessità di alcune componenti della maggioranza, la strada era ormai tracciata: i docenti verranno reclutati con concorsi regolari e infatti nella serata di martedì i bandi sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale.
Adesso, gli emendamenti di Leu e del PD potrebbero riaprire il discorso. La vicenda, però, è complicata in quanto anche la Lega, tramite il senatore Mario Pittoni, intende dare battaglia per sostenere la strada del concorso per soli titoli.
Ma appare difficile pensare che in Commissione Cultura del Senato, dove domani inizia l’esame del decreto, PD, Leu e Lega possano votare insieme contro il M5S: se ciò avvenisse la tenuta del Governo e soprattutto della ministra Azzolina potrebbe essere messa a rischio e, in questa fase, il presidente Conte non ha certo intenzione di affrontare anche questo problema oltre agli altri, ben più gravi e difficili, che bisogna cercare di risolvere.