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Continua la protesta contro la Dad: a Milano bloccato l’Usr e a Trieste si va a oltranza

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Si alimenta sempre di più la protesta degli studenti delle scuole secondarie superiori e dei loro genitori per il rientro a scuola in sicurezza.  

Partita in sordina, con sporadiche manifestazioni davanti alle scuole da parte di pochi alunni, spesso accompagnati dai genitori, col tempo sembra proprio che  reazioni abbastanza forti affinché si torni in presenza fra i banchi siano in aumento, coinvolgendo sempre più persone e città.

Succede allora che a Milano, proprio oggi, il “Comitato in difesa della scuola”, formato da studenti e genitori,  metta catenacci e catene all’ingresso dell’Ufficio scolastico regionale, lasciando alcuni volantini con la scritta “Chiuso per incompetenza”. 

E inoltre sui loro canali social hanno scritto: “ Vi chiudiamo fuori come voi avete chiuso fuori noi”, spiegando: “è arrivato il momento, e le occupazioni degli ultimi giorni lo dimostrano, che i giovani si riprendano i loro diritti, il loro presente e il loro futuro. L’azione vuole essere un chiaro atto di attacco e denuncia a una classe politica divisa e senza prospettiva sociale: saremo noi a occuparci della scuola” continuano gli studenti, aggiungendo “restate a casa voi che molteplici volte vi siete dimostrati incapaci, lasciate spazio e possibilità di fare a persone il cui sguardo è volto verso il futuro: il futuro di noi studenti”. 

“A noi viene negata la possibilità di frequentare il luogo che dovrebbe arricchirci culturalmente e umanamente. Voi che invece avreste il dovere di prendere decisioni per il nostro futuro vi limitate a miseri giochi di potere per difendere qualche colore politico o poltrona” insiste il Comitato in difesa della scuola, sottolineando che “dopo 8 mesi di immobilismo siamo ancora costretti a chiedervi più spazi, più trasporti, più assunzioni, più sicurezza, più soldi…”

E sempre oggi a Trieste è stata annuncia dal Pas, “Priorità alla scuola”, che raccoglie alunni e genitori, una protesta a oltranza, ogni sabato mattina, in piazza Unità d’Italia, nel cuore di Trieste.

 In Friuli Venezia Giulia, infatti, il rientro a scuola è previsto per il primo febbraio, come nel Veneto, ma potrebbe ancora slittare, per cui  il neonato movimento Pas  non molla la sua idea di scuola e dunque di fruizione di un servizio essenziale, qual è appunto l’istruzione, la cultura e la socializzazione, che solo il rientro fra i banchi può garantire: “Chiediamo- riporta l’agenzia Dire l’intervento di un genitore – come prima cosa che i ragazzi possano rientrare nei vari istituti, e poi di potenziare ulteriormente i trasporti pubblici e di prevedere un piano di vaccini prioritari per gli insegnanti. Solo così potremo pensare a una scuola in sicurezza per tutti”.

E poi l’annuncio perentorio: Il movimento sarà presente ogni giorno, questa settimana, con un presidio in piazza Unità d’Italia, davanti al palazzo della Regione, nel pomeriggio, mentre sabato mattina alle 11 è programmata la mobilitazione, che già sabato scorso ha visto tanti genitori, e pure qualche studente, protestare con cartelli e slogan contro la chiusura delle scuole.