Home I lettori ci scrivono Contratto 2016: Il solito copione sindacale

Contratto 2016: Il solito copione sindacale

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Nel mio navigare tra i siti, ho la possibilità di leggere dichiarazioni di esponenti sindacali sulla necessità di aprire il confronto per la firma del nuovo contratto economico, minacciando grane per il Governo.

Di quello giuridico, ovviamente non si parla, in quanto è condizionato dai decreti attuativi della legge n. 107/2015 che sostanzialmente aggiorneranno il profilo giuridico e professionale dei docenti in direzione di un maggiore impegno a costo zero.

Queste esternazioni sindacali ora, possono indurre i colleghi, soprattutto i meno informati o quelli (pochi) che ancora credono nell’efficacia di un’azione sindacale che sia giunto il momento di un contratto dignitoso, fondato su una recente sentenza della Corte Costituzionale (giugno 2015) che ha bacchettato il Governo circa la decisione di dilatare oltre il consentito l’apertura della vertenza contrattuale.

 E su questa falsa convinzione i sindacati ritornano, riprendono vita, riproponendo la sceneggiatura di sempre con i seguenti atti: piattaforme economiche che assomigliano a specchietti per le allodole (aumenti medi di 150 € lordi); disappunto per la mancata convocazione al Miur; proclamazione dello sciopero e organizzazione di manifestazioni; “ingrottamento” quando la situazione è compromessa.

A questi, occorre aggiungere la “new entry“, cioè la “specifica” di questa tornata elettorale: la denuncia della mancata applicazione della sentenza della Massima Corte, sapendo benissimo che il contratto non poteva essere chiuso nel 2015 per mancanza di coperture economiche…

Il mio maggiore rilievo, ora non è sulla richiesta (chi non è d’accordo su un aumento di questa entità dopo sei anni di digiuno?), bensì sull’intenzionale dimenticanza del quadro che se considerato dà il valore al particolare (= rivendicazione).

In concreto, la richiesta economica risulta incomprensibile e inutile se si considerano due elementi: la legge di stabilità 2016 che prevede un aumento lordo di soli 10 € e l’assenza di un convinto sostegno sociale e culturale circa la centralità del docente in rapporto alla costruzione del futuro Questo è una categoria ormai vuota e quindi priva di senso.

Viviamo in un presente continuo che ha dimenticato il passato e si dilata in avanti fino ad annullare ogni prospettiva, ogni sviluppo…

Del resto la richiesta di un aumento di 150 € mensili decontestualizzata è un esempio di comunicazione pop (= popolare), nella quale l’analisi è assente a favore di messaggi semplici che bypassano la mente arrivando direttamente alla pancia, l’argomentazione è considerata un “errore formale”, a favore di messaggi “leggeri”, di superficie.

Cosa possiamo farci ? Nulla! Sono consapevole che questa è la forma postmoderna della comunicazione, ma almeno ne sono consapevole, esprimendo il mio dissenso argomentato. Concludendo: non illudiamoci!!! E’ la solita farsa o commedia tra le parti. Dopo un po’ di fumo, fatto soprattutto di chiacchiere, qualche assemblea sindacale e sciopero sarà firmato il contratto offensivo di 8 € netti, come stabilito dalla Legge di Stabilità 2016.

Sono, però curioso di leggere le post-dichiarazioni dei sindacalisti a giustifica della firma.