Home Archivio storico 1998-2013 Riforme Contro i tagli e i decreti Gelmini monta la contestazione studentesca

Contro i tagli e i decreti Gelmini monta la contestazione studentesca

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Ha preso il via con le solite colorate azioni dimostrative contrassegnate da striscioni e volantini. Poi, per l’inizio di ottobre, si sposterà in piazza. E’ la protesta degli studenti della scuola italiana; quella che, puntuale, all’inizio di ogni anno scolastico prende il via gradualmente contro la politica intrapresa dal Governo di turno. Una contestazione che di settimana in settimana prende corpo e si allarga a macchia d’olio fino ad avere il suo apice nel mese di novembre, al massimo all’inizio di dicembre.
La differenza rispetto al passato è però che quest’anno gli studenti hanno cominciato a contestare prima, praticamente assieme alla campanella. E sembrano avere anche le idee abbastanza chiare: protestano principalmente per due motivi, la riduzione dei fondi che porterà al taglio degli organici, e l’introduzione del voto di condotta (un giudizio che negli ultimi anni era scomparso attraverso dure lotte confluite con la sottoscrizione dello Statuto degli studenti).
A manifestare contro le decisioni della maggioranza sono stati, il 15 settembre, in corrispondenza del primo giorno di scuola per l’80 per cento degli istituti, gli studenti dell’Uds: si sono presentati davanti ad alcuni istituti superiori distribuendo migliaia di volantini con la scritta “Jurassic school, benvenuti nella scuola del passato”. In contemporanea, a Roma sono apparsi degli striscioni a piazza del Popolo (dalla Terrazza del Pincio), a via Cavour e vicino l’ Isola Tiberina: “Non è che l’inizio – 10 ottobre mobilitazione nazionale studentesca”. E sempre il 15 settembre il sindacato studentesco ha inscenato, a viale Trastevere, davanti al Ministero, una sit-in davvero originale: venti ragazzi hanno indossato delle orecchie d’asino di cartone con, davanti a tutti, uno studente vestito solo di mutande e canottiera per sottolineare la “povertà della scuola pubblica”.
Il giorno dopo veniva presentato a Roma il nuovo sindacato studentesco la ‘Rete degli studenti medi’, derivante dall’unione di tre altre sigle: i Reds, l’Isim ed gli Sds. “Il nostro vuole essere un progetto apolitico – ha spiegato Giulia Tosoni, tra i promotori del nuovo organo di rappresentanza studentesca – che ha voluto riunire tre soggetti studenteschi attivi che credono fortemente nella contrapposizione alla politica di questo governo”. La spinta a far nascere la ‘Rete’ è venuta dopo l’approvazione dei decreti estivi del Ministro Gelmini. “Il sindacato – continua Tosoni – all’indomani della presentazione dei decreti legge che intendono introdurre tagli, maestro unico, voto in condotta ed il terribile piano di ridimensionamento del sistema scolastico: tutti provvedimenti che non tengono conto degli studenti, ma che li penalizzano fortemente”.
L’obiettivo principale è sconfessare il responsabile dell’istruzione, il Ministro in carica: “attraverso le sue parole siamo ormai arrivati – sottolinea Tosoni – ad una vera e propria `emergenza ballismo’: ci impegneremo al massimo per svelare tutte le balle del ministro Gelmini, che continua a prendersi gioco degli italiani con i suoi progetti di riforma. Ed anche di questo Governo che fa molti proclami mediatici per mascherare le reali esigenze della scuola. Un esempio rilevante è la reintroduzione del voto in condotta vecchia maniera, che non servirà a sconfiggere il bullismo ma solo ad avere un sistema discrezionale interamente nella mani dei docenti per punire gli studenti senza possibilità di recupero”.
Secondo la ‘Rete’ “se passa la riforma i tagli si ripercuoteranno sulle attività studentesche: “assisteremo a tagli generalizzati, le classi saranno più affollate, le sperimentazioni verranno tagliate e saranno cancellati i corsi di recupero con l’imperversare delle lezioni private. La mancanza di fondi – conclude Tosoni – pregiudicherà anche lo studio in laboratorio, le specializzazione per gli istituti tecnici e professionali, lo svolgimento di attività didattiche pomeridiane: addio anche ai fondi per il diritto allo studio e a quelli destinati all’edilizia”.
Nemmeno il tempo di presentarsi e la ‘Rete’ decide di darsi da fare andando direttamente nelle scuole: il 19 settembre negli istituti superiori di diverse città italiane il sindacato studentesco ha infatti dato vita a delle azioni dimostrative attraverso degli striscioni calati dalle finestre e dei volantinaggi.
A Roma, al liceo Classico Russell e allo scientifico Righi è stato esposto lo striscione ‘Siamo la soluzione e non il problema’; a Bologna la stesa scritta è stata affissa dagli studenti davanti all’università in occasione dell’arrivo del ministro Gelmini per la ricorrenza della Magna Charta. Uno striscioni contro i tagli dei fondi sono apparsi anche davanti al palazzo Rai di Venezia. A Torino, presso l’istituto professionale grafico e pubblicitario Albe Steiner, si sono svolti dei volantinaggi ed un’opera di ‘sensibilizzazione’ degli studenti all’ingresso della scuola. Striscioni sono apparsi anche in diversi licei di Padova e di Verona. Iniziative analoghe a Reggio Emilia, Imola, Faenza, Forlì, Teramo, Perugia, Prato, Massa Carrara, Sassari, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa, Cosenza
Per la ‘Rete’, che guarda da vicino le sorti della scuola media superiore – dove si prevede una riduzione del 20 per cento dell’offerta didattica settimanale, nei tecnici e professionali da 36 a 32 ore mentre ai licei si passerà da 33 a 30 – c’è il timore che le novità e la scarsità di risorse portino ad un decremento della qualità dell’offerta formativa.
Gli studenti della ‘Rete’ hanno infine annunciato che le azioni realizzate sono solo le prime di un anno scolastico che si preannuncia (vista anche la determinazione del Governo a portare a termine i suoi obiettivi) ricca di tensioni e mobilitazioni: il prossimo appuntamento di protesta della ‘Rete degli studenti’ è rappresentato dalla manifestazione studentesca nazionale del 4 ottobre davanti al ministero dell’Istruzione a viale Trastevere. Nemmeno una settimana dopo, il 10 ottobre, l’Unione degli studenti ha già programmato la sua mobilitazione. Le occupazioni sono dietro l’angolo.