Home Archivio storico 1998-2013 Indicazioni nazionali “Corredo” scolastico, produzione in flessione

“Corredo” scolastico, produzione in flessione

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Tranne la catena produttiva e distributiva dei beni primari, la crisi non risparmia nessun settore. Anche quello legato ai beni a supporto dell’istruzione segna il passo. La conferma arriva da un’indagine nazionale della Camera di Commercio, dalla quale risulta che i beni prodotti dalle imprese per “scuola e ufficio” sono in evidente flessione.
Un esempio per tutti arriva dalle province lombarde – che raccoglie circa 2mila delle 16.592 cartolerie attive in Italia – , dove a complicare ulteriormente le cose sono stati i recenti aumenti adottati dai centri dove è possibile reperire il “corredo” scolastico (oltre che i libri di testo). Ebbene, a livello regionale la cartella scolastica “peserà” senza libri più di 82 euro in media a famiglia, ma con alcune differenze tra i capoluoghi di provincia: lo zaino sarà più caro a Milano (54,8 euro), mentre a Bergamo è il diario “griffato” che peserà di più (15 euro) alle famiglie; si trova invece a Brescia il set di penne più costoso della Lombardia (4,6 euro). E che dire dei “quadernoni “? Sono un articolo poco economico sia a Brescia sia a Bergamo (rispettivamente 14,4 e 14,7 euro per 8 pezzi).
Secondo un’indagine realizzata solamente dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, in un anno la “cartella” ha registrato aumenti in molte città capoluogo: Monza (+2,6%), Milano (+2,1%) e Bergamo (+2,8%); in controtendenza Brescia, dove la spesa scende di -0,9%. Guardando alla spesa complessiva per il kit scolastico, Como è la città capoluogo più economica (70,9 euro), mentre Milano la più cara (più di 89,2 euro).
Sulla scia di quello che accade a livello nazionale, anche in tutte le province lombarde nell’ultimo anno si è registrata una diminuzione del numero di prodotti realizzate da imprese che operano nel settore “scuola e ufficio”: fa eccezione Pavia, dove restano le medesime dello scorso anno, e Bergamo, che ha fatto registrare un sorprendente +3,8%. Centri cittadini dove evidentemente il benessere, mediamente maggiore rispetto agli altri, riesce a sopperire ancora alla crisi.