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Corsi Indire: offerta per le scuole, non obbligo

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E’ stata pubblicata nella giornata del 15 dicembre una nota ministeriale datata 19 novembre relativa all’avvio delle attività di formazione a sostegno dell’attuazione del decreto n. 59.

La nota chiarisce che, come da noi anticipato nei giorni scorsi, la proposta formativa contenuta nell’area PuntoEdu dell’Indire va intesa come un offerta che il Ministero mette doverosamente a disposizione delle scuole che però, a loro volta, non hanno alcun obbligo di utilizzarla.

Il Ministero parla anzi espressamente di "integrazione delle azioni promosse autonomamente dalle scuole, anche associate in rete, dalle Università, dalle associazioni professionali e disciplinari, dagli enti accreditati".

Il Miur chiarisce anche che la piattaforma realizzata dall’Indire "appare la modalità più coerente per l’Amministrazione per assolvere all’obbligo di erogazione del servizio di formazione per il personale della scuola, nel rispetto dell’autonomia didattica, organizzativa e di sviluppo che ciascuna istituzione vorrà esercitare".

Viene confermata la struttura dell’ambiente di apprendimenti di Puntoeduriforma che sarà articolato in tre aree di approfondimento: sostegno ai processi di innovazione, lingua straniera e informatica.

Nelle 50 righe del testo ministeriale le espressioni "offerta", "messa a disposizione", "libera scelta da parte delle scuole" sono ripetute più volte proprio per rimarcare che l’utilizzo dei materiali della piattaforma realizzata dall’Indire non rappresenta affatto un obbligo per le scuole.

Tutto chiaro dunque ? Non proprio, dal momento che il Ministero, nel descrivere i contenuti di apprendimento relativi al sostegno ai processi di innovazione, parla anche della funzione tutoriale, nonostante che le organizzazioni sindacali stiano ripetendo che le attività formative non devono in alcun modo toccare il problema del tutor fino a quando non sarà conclusa la trattativa sull’articolo 43.

Ed è proprio su questo punto che ora si attendono le reazioni sindacali.

Ma intanto nelle scuole ci si sta preparando a dare avvio alle attività formative: in tutta Italia i docenti iscritti sono poco meno di 200mila ripartiti però in modo molto disomogeneo fra le diverse realtà territoriali: in Campania, ad esempio, la quasi totalità dei docenti si è iscritta, mentre in Piemonte e in Lombardia l’offerta dell’Indire ha avuto una accoglienza decisamente più tiepida.