Home Politica scolastica Cosa cambierà nelle politiche scolastiche se dovesse arrivare un altro Ministro

Cosa cambierà nelle politiche scolastiche se dovesse arrivare un altro Ministro

CONDIVIDI

Cosa succederà all’atto di indirizzo della ministra Azzolina se a Viale Trastevere, con il prossimo Governo dovesse cambiare l’assetto politico?
Per la verità non dovrebbe cambiare molto perché quasi tutte le azioni previste sono ormai da anni considerate prioritarie da gran parte delle forze politiche.

Facciamo un elenco sommario:
:: contrastare la dispersione scolastica e promuovere l’inclusione
sviluppare l’edilizia scolastica
:: innovare metodologie didattiche e ambienti di apprendimento
:: migliorare l’offerta formativa, ridurre il gap formativo tra mondo della scuola e mondo del lavoro
:: promuovere l’autonomia scolastica e potenziare il sistema integrato dalla nascita ai sei anni
:: ampliare il percorso di internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione e formazione e promuovere la mobilità degli studenti
:: promuovere politiche efficaci per il reclutamento, la formazione e la valorizzazione del personale dell’amministrazione centrale e periferica
:: innovare i processi gestionali

Sono gli obiettivi indicati nell’atto di indirizzo che quasi certamente non verranno toccati anche nel caso di un cambio di Ministro.

Ma ce ne sono due su cui ci potrebbero essere modifiche più o meno significative

Sui processi di reclutamento, formazione e valorizzazione del personale scolastico potrebbe per esempio cambiare qualcosa.
Nell’atto di indirizzo firmato da Lucia Azzolina, infatti, si parla di valorizzare il cosiddetto middle management, proposta che certamente non entusiasma le organizzazioni sindacali che, tradizionalmente, preferiscono legare la progressione stipendiale all’anzianità piuttosto che a meccanismi legati alla professionalità.
Il secondo obiettivo riguarda la valorizzazione e lo sviluppo del sistema nazionale di valutazione che – anche in questo caso – potrebbe essere abbandonato da un Ministro che voglia presentarsi come “dialogante” con i sindacati (si ricorderà che, a suo tempo, le decisioni di Marco Bussetti di ridimensionare il ruolo dell’Invalsi e delle rilevazioni periodiche erano state particolarmente apprezzate dalle organizzazioni sindacali).

Per converso se il nuovo Ministro fosse più vicino a posizione centriste potrebbe trovare maggior spazio la valorizzazione del sistema paritario, mentre con un Ministro vicino a posizioni “tecnocratiche” o confindustriali potrebbero riprendere slancio le iniziative in materia di alternanza scuola-lavoro.