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Costo standard per dare alle famiglie italiane la libertà di scelta scolastica

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Avanti con la cultura del costo standard per dare alle famiglie italiane la libertà di scelta scolastica. Oggi inesistente, o meglio: possibile solo a pagamento! Non importa se la Costituzione la proclama. L’ideologia la sopprime nella pratica.

Sabato 7 maggio, a Cremona, presso la sede del Liceo Vida, gli autori suor Anna Monia Alfieri, Marco Grumo e Maria Chiara Parola hanno presentato il volume Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato. La proposta scientifica di un costo standard di sostenibilità che non solo garantirebbe il pluralismo scolastico, gratis per tutti, ma farebbe anche risparmiare allo Stato ben 17 miliardi sull’attuale spesa per l’istruzione. La vera svolta è mettere lo studente al centro e far dello Stato non il gestore, ma il garante di una scuola libera.

Parole schiette quelle dei tre protagonisti della mattinata, presentati dalla preside del Liceo Vida, prof.ssa Roberta Balzarini davanti a un folto pubblico, per un’iniziativa lanciata dalla Fidae delle due provincie di Cremona e Lodi.

La provocazione è venuta dalla dott. Parola: “La libertà di scelta della scuola non esiste – ha detto – visto che per accedere alle paritarie bisogna pagare. La proposta del costo standard ė una via nuova per risolvere il problema, come s’è fatto nella sanità. Se abbiamo dimostrato che è possibile addirittura risparmiare, perché lo Stato non si muove? Perché non permette ai genitori di scegliere la scuola che vogliono? Perché è ancora imperante l’ideologia?”

Suor Monia ha aggiunto: “Come mai in Italia la famiglia non può scegliere tra una buona scuola pubblica, statale o paritaria? Ci collochiamo al 47° posto al mondo per quanto riguarda la libertà di scelta educativa. Siamo dietro la Russia!” E ha contestato il disimpegno del mondo cattolico, che si è sempre schierato solo per la paritaria e non per migliorare tutta la scuola. Le famiglie, da parte loro, non hanno mai avuto la possibilità di libera scelta e credono di non averne diritto.

Molto forte la conclusione: “Noi per mancanza di denari, oggi stiamo chiudendo molte scuole, e scriviamo la pagina più nera della storia recente. Dobbiamo invece andare avanti perché lo welfare italiano non reggerà e lo Stato non potrà più sostenere l’istruzione: un domani ci dovranno essere scuole non statali pronte ad accogliere e realizzare finalmente la libertà di scelta, superando l’attuale sistema discriminatorio. Suor Monia è un’inguaribile ottimista e conclude: “Questa battaglia la vinceremo”.

Al dott. Grumo il compito di illustrare nei dettagli il costo standard di sostenibilità. Per spiegarlo mette innanzitutto al centro l’alunno. “Ma bisogna dargli un “portafoglio” – spiega – perché conti davvero. Il che oggi non avviene. Perché questo è possibile nella sanità e non nella scuola? Come ogni intervento in un ospedale convenzionato ha il suo finanziamento con un costo standard, così dovrebbe essere per ogni alunno nella scuola. Il che creerebbe una sana concorrenza per migliorarla.

Il costo standard è dunque in sistema di finanziamento virtuoso che mette al centro lo studente con tutte le sue esigente per educarlo al meglio. Non si tratta di abbassare i livelli per risparmiare, ma di inserire tutti gli aspetti utili a portare la scuola al massimo dell’efficienza.

Nel volume il dott. Grumo calcola questo costo sull’ipotesi di 25 studenti per classe. È unico per la scuola statale e paritaria (viene abolita ogni discriminazione); è diverso per ogni tipo di scuola; è costruito ipotizzando anche forme di compartecipazione alla spesa scolastica da parte delle famiglie che se lo possono permettere.

Alla fine lo Stato – come s’è detto – ne avrebbe un vantaggio. Oggi la spesa pubblica per la scuola italiana è di circa 54 miliardi di Euro. Applicando il costo standard di sostenibilità, per il quale nessun studente paga sia per la statale che per la paritaria, si risparmierebbero circa 4 miliardi di Euro sostanzialmente di inefficienze. Applicando il costo standard di sostenibilità con il 20% della popolazione scolastica, quella delle classi sociali elevate, che versa un 30% del costo standard, lo Stato risparmierebbe 17 miliardi.

Per concludere, la proposta dei tre relatori avvantaggia tutti: le famiglie sarebbero libere nella scelta educativa, la scuola migliorerebbe in qualità, lo Stato risparmierebbe. Perché non lo fanno?

Lo stesso incontro sul costo standard sostenibile verrà riproposto a Varese, giovedì 12 maggio alle ore 21, presso il Collegio De Filippi in via Brambilla,15, zona Brunella, organizzato dal coordinamento delle scuole cattoliche della Provincia e dalla Fidae.