
“Noi, nel bene e nel male abbiamo governato l’Italia: le privatizzazioni, la liberazione del mercato dell’energia, la riforma della sanità, la riforma della scuola e grandi investimenti pubblici; abbiamo fatto 10-12 cose che rimarranno nei libri di storia. Meloni è bravissima a non fare nulla che possa urtare nessuno”. Il centrosinistra farebbe bene a confrontarsi “un po’ di più, faccia tesoro delle esperienze: è vero che la Meloni non perde, ma è immobilismo assoluto, a volte ha delle intemperanze verbali ma nell’azione” rispetto a lei “Rumor fu sconvolgente. Questo è un governo che non si riesce a far malvolere perché lei non fa nulla”. Sono le parole dell’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema, pronunciate, riporta l’Ansa, dal palco della festa del Foglio a Firenze, rispondendo sull’ipotesi di un campo politico “largo” alternativo a quello di Governo.
Nel commentare la fotografia che lo ha ripreso alla parata a Pechino, in occasione dell’ottantesimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale, D’Alema ha così replicato: “la maggioranza delle persone in quella foto provengono da paesi democratici“.
Facendo i conti “di quante persone sono rappresentate lì, si tratta dell’80% del genere umano. Se pensiamo di isolarli siamo coglioni. Non trovo altra definizione”.
Sulla tregua raggiunta in Medio Oriente, D’Alema – che è stato anche segretario del Partito Democratico della Sinistra dal 1994 al 1998 e vicepresidente del Consiglio del secondo governo Prodi – ha detto che “è positivo che sia cessato il massacro della popolazione civile di Gaza e questo apre una speranza”.
E ancora: “Ho trovato le parole del capo delle Stato particolarmente adeguate, un misto di speranza e preoccupazione” in quanto “l’odio che si è sedimentato è talmente profondo che se questa tregua non si accompagna alla possibilità di una prospettiva politica che dia una speranza ai palestinesi, ci troveremo davanti a una delle tante tregue di questa guerra infinita. Questo rischio c’è”.
Quindi, l’ex premier ha sottolineato: “Il governo deve accettare la prospettiva di uno Stato palestinese” e “se non c’è questo” ci sarà “uno stato di conflitto continuo”.
Secondo D’Alema, “se lo stato di oppressione e occupazione militare finisce e progressivamente si avvia un processo di effettiva pacificazione degli animi ci mettiamo in una strada giusta”.




