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Dalla scuola di Barbiana al progetto Barbiana Oggi

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La scuola di Barbiana, come riportato da Wikipedia,  è un’esperienza educativa avviata da don Lorenzo Milani negli anni cinquanta. La scuola sconcertò e stimolò il dibattito pedagogico degli anni ‘60. La scuola sollevò immediatamente delle eccezioni e molte critiche, gli attacchi ad essa furono tanti, dal mondo della chiesa (né Giovanni XXIII né Paolo VI intervennero mai a suo favore) e da quello laico.

Le risposte a queste critiche vennero date con “Lettera ad una professoressa”, libro scritto dagli allievi della scuola insieme a don Milani (e infatti come autore del libro è indicato “Scuola di Barbiana”), che spiegava i principi della Scuola di Barbiana e al tempo stesso costituiva un atto d’accusa nei confronti della scuola tradizionale, definita “un ospedale che cura i sani e respinge i malati”, in quanto non si impegnava a recuperare e aiutare i ragazzi in difficoltà, mentre valorizzava quelli che già avevano un retroterra familiare positivo, esemplificando questo genere di allievi con il personaggio di “Pierino del dottore” (cioè Pierino, figlio del dottore, che sa già leggere quando arriva alle elementari).

Sulla stessa scia nel 2014 nasce Barbiana Oggi un progetto formativo centrato sul tutoraggio scolastico in cui studenti della terza e quarta superiore, coadiuvati da neolaureati e universitari, gestiscono l’intero percorso fungendo da vere e proprie guide per i giovanissimi di prima e seconda media.  Questa iniziativa,  svolta in sinergia con il Comune di Figline Valdarno e la  ONLUS AB Project Young , ha visto lo svolgimento del progetto attraverso la metodologia della Peer Education (strategia educativa che mira a favorire la comunicazione tra adolescenti riattivando lo scambio di informazioni e di esperienze interni al gruppo dei pari ). Questa metodologia è stata  attuata nel primo modulo tramite Laboratori Relazionali, e consolidata nel secondo attraverso Laboratori della Parola. Il tutto nasce per prevenire l’abbandono scolastico, la dispersione e il disagio, sviluppando l’integrazione e le capacità di orientamento dei discenti.