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Ddl Stabilità, alla Camera si va al voto di fiducia. Presidio di protesta Usb

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Ci sono anche i tagli alla scuola pubblica, la conferma dei fondi da destinare agli istituti non statali, il blocco dei contratti e dell’indennità di vacanza contrattuale tra le motivazioni che mercoledì 21 novembre porteranno i lavoratori del pubblico impiego dell`Unione sindacale di base, sostenuto dalla Confederazione Usb, ad allestire un presidio di protesta in piazza di Montecitorio. L’iniziativa, che prenderà il via alle ore 15 ed intende sensibilizzare l’opinione pubblica e i politici presto chiamati ad esprimersi, è stata organizzata in concomitanza con il voto di fiducia alla Camera, posto dal Governo sul disegno di legge di Stabilità.
“Fra le disposizioni contestate dall`USB – si legge nel comunicato dell’Unione sindacale di base – c`è l`aumento di un punto dell`IVA, dal 21% a 22%, con ricadute generalizzata sui prezzi e sulle tariffe; la diminuzione delle risorse trasferite agli enti locali, che provocherà o l`aumento della fiscalità locale o il taglio dei servizi alla cittadinanza; il taglio di risorse alla scuola pubblica, mentre si finanzierà la privata attraverso uno stralcio ad hoc; il prolungamento di un anno, dal 2013 al 2014, del blocco delle retribuzioni complessive dei lavoratori pubblici, già previsto dal governo Berlusconi per il periodo dal gennaio 2011 al dicembre 2013; il mancato riconoscimento dell`indennità di vacanza contrattuale per gli anni 2013 e 2014”.
Gli effetti della legge di stabilità – secondo l’Usb – vanno inoltre considerati insieme alla spending review, che produce chiusura di uffici, diminuzione di letti d`ospedale, riduzione degli organici con messa in mobilità forzata o addirittura licenziamento dei lavoratori considerati in esubero. Per i docenti della scuola media e superiore c’è da ravvisare lo scampato pericolo del passaggio da 18 a 24 ore d’insegnamento settimanale: le condizioni di lavoro e il sostanziale blocco di tutti gli altri punti delle piattaforme avviate dai sindacati, su tutte la questione degli scatti di anzianità, fanno restare decisamente alto il malessere della categoria per la scarsa considerazione che i decisori politici continuano a mantenere nei loro confronti.
Non a caso, rimane confermato lo sciopero del 24 novembre, indetto dai cinque sindacati più rappresentativi della scuola italiana.