Home Attualità Decreto Sicurezza, docente attivista di Ultima Generazione protesta: “Chiedo a tutti i...

Decreto Sicurezza, docente attivista di Ultima Generazione protesta: “Chiedo a tutti i colleghi di mobilitarsi”

CONDIVIDI

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto sicurezza, che è stato pubblicato nella serata dell’11 aprile in Gazzetta Ufficiale. Le norme del provvedimento sono entrate in vigore giorno 12 aprile.

L’appello

Un docente di un liceo di Roma, che fa parte di Ultima Generazione, il gruppo di attivisti per il cambiamento climatico che si è spesso reso protagonista di gesti dall’alto valore simbolico, ha protestato davanti il palazzo di Montecitorio contro il decreto, facendo lo sciopero della fame. Lo riporta La Repubblica.

“Insegnando storia in un liceo, mi occupo anche di educazione civica e valori democratici. Mi sembrava assurdo starmene in classe con le mani in mano. Mi sembrava incoerente”.

Poi un appello: “Chiedo a tutti i professori di storia ed Educazione Civica di mobilitarsi ed entrare in resistenza civile. Facciano lo stesso anche i parlamentari di sinistra. Non è possibile che non alzino la testa. Dimostrino di non essere vigliacchi”. L’uomo è stato poi portato via di peso dalle forze dell’Ordine.

“Mi ero preparato per andare avanti ad oltranza. Ma credo che Mattarella abbia firmato subito per tutelare l’ordine pubblico. Per evitare che le proteste contro il decreto crescessero con il passare del tempo”, ha detto a Domani.

Cosa prevede il Decreto Sicurezza

Ora, con le nuove norme, il blocco stradale, che spesso hanno attuato gli attivisti di Ultima Generazione, diventa un reato, punito con un mese di carcere e una multa fino a 300 euro. Se il blocco avviene durante una manifestazione e da parte di più persone, la reclusione può salire fino a 6 anni. Viene prevista inoltre, l’aggravante per chi  deturpa un bene (mobile o immobile) che è adibito a funzioni pubbliche: carcere fino a un anno e mezzo e multa fino a 3mila euro, che salgono a tre anni e 12mila euro in caso di recidiva. Lo riporta Fanpage.

E per quanto riguarda la scuola? Come scrive ItaliaOggi, sono aggravate le sanzioni previste dal codice penale a proposito di condotte che possono essere commesse da studenti o che possono trovare nelle scuole il teatro della loro commissione. In poche parole, si parla di pugno duro contro chi imbratta le scuole.

In dettaglio il decreto-legge in esame modifica l’articolo 639 del codice penale, aggiungendo un periodo al secondo
comma. Per effetto di questa integrazione, se il deturpamento o l’imbrattamento è commesso su beni mobili o immobili adibiti all’esercizio di funzioni pubbliche, con la finalità di ledere l’onore, il prestigio o il decoro dell’istituzione cui il bene appartiene, si applicano la reclusione da sei mesi a un anno e sei mesi e la multa da mille a tremila euro. Se, poi, l’autore del reato è recidivo, si applicano la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa fino a 12 mila euro.