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Disciplina alunni: per le nuove regole bisogna attendere le modifiche allo Statuto degli studenti? Il Ministero tace e le scuole non sanno che fare

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Sulla possibilità di applicare fin da subito le nuove regole in materia di valutazione del comportamento degli alunni nella scuola secondaria c’è incertezza nelle scuole.
C’è per esempio chi ritiene che non ci sia alcun dubbio dal momento che ormai la legge 150 dello scorso ottobre è pienamente in vigore.
Ma in realtà i dubbi ci sono e sono anche più che legittimi: è vero che la legge è in vigore ma è altrettanto vero che la stessa legge prevede che sulla materia il Governo, entro sei mesi, deve provvedere a rivedere le norme regolamentari in vigore.
Per quanto riguarda il voto di condotta sarà necessaria una modifica al DPR 122 del 2009 in materia di valutazione degli alunni.
Come ormai dovrebbe essere ampiamente noto, e come ha ribadito il Ministro in una intervista rilasciata a Il Giornale di cui abbiamo dato conto, “con un 5 in condotta si ripeterà l’anno scolastico, mentre con il 6 si dovrà sostenere un esame di recupero sui valori di cittadinanza”.
“Inoltre – ha detto ancora Valditara – il voto di condotta degli ultimi tre anni inciderà sulla valutazione finale della maturità. Gli studenti ammessi con il minimo dovranno presentare un elaborato sul comportamento, da discutere durante il colloquio orale”.
E non basta, perché cambieranno anche le regole delle sanzioni disciplinari: per fare questo bisognerà modificare il “vecchio” Statuto degli studenti e delle studentesse (DPR 249 del 1998).
Il nuovo Regolamento dovrà prevedere non solo l’allontanamento dalla scuola ma soprattutto lo svolgimento di attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate con le istituzioni scolastiche, nell’ambito dell’elenco fornito dal Ministero.
C’è però chi osserva che le modifiche regolamentari poco o nulla hanno a che vedere con la possibilità di dare attuazione alle nuove regole definite dalla legge.
Ma francamente questo “ragionamento” appare poco condivisibile: se la legge si può e si deve applicare da subito, senza attendere le modifiche regolamentari, non si comprende bene perché mai la legge avrebbe dovuto prevedere la revisione dello Statuto degli studenti e delle studentesse.
Inoltre, se le norme della legge 150 fossero già applicabili, perché mai il Ministero non ha provveduto ad inviare alle scuole una semplice nota per far presente che sulle sospensioni dalle lezioni si devono seguire le nuove regole?
D’altronde la legge prevede una disposizione chiara relativa alle sospensioni più pesanti; l’articolo 1 della legge 150 stabilisce infatti che “l’allontanamento dalla scuola di durata superiore a due giorni comporti lo svolgimento, da parte della studentessa e dello studente, di attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate con le istituzioni scolastiche e individuate nell’ambito degli elenchi predisposti dall’amministrazione periferica del Ministero dell’istruzione e del merito”.
E, per quanto ne sappiamo, al momento questi elenchi non ci sono ancora; quindi, nel concreto, ad oggi le sospensioni oltre i due giorni non sono ancora gestibili secondo le regole della legge 150.