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Dispersione scolastica: il dialogo tra il primo e il secondo ciclo come strumento di contrasto

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Si parla di continuità scolastica da anni e, in genere, vi è condivisione sulla necessità di elaborare un Progetto Nazionale comune che accompagni l’alunno nello sviluppo unitario e coerente della sua formazione nelle diverse fasi evolutive. Il problema, comunque, rimane ancora aperto nonostante l’attenzione rimanga sempre vigile per il fatto che il passaggio da un ordine all’altro di istruzione è tra le cause più frequenti di disagio e di insuccesso scolastico. VAI AL CORSO

La via intrapresa dagli istituti comprensivi

La nascita degli istituti comprensivi ha facilitato il passaggio dalla scuola primaria alla secondaria di primo grado, perché all’interno della stessa organizzazione scolastica è sicuramente più semplice incontrarsi tra insegnanti per elaborare una progettazione didattica che tenga conto del contesto e dei bisogni formativi dei gruppi classe e degli alunni e li accompagni per tutto il percorso del primo ciclo. Tuttavia il curricolo dell’infanzia, della primaria e della secondaria di primo grado non sempre si presentano come frutto di una riflessione comune e condivisa sulla formazione dell’alunno dai tre ai quattordici anni, infatti in alcuni casi il curricolo verticale appare come una giustapposizione dei tre curricoli costruiti separatamente. Comunque, almeno nel primo ciclo, la strada è stata intrapresa.

La necessità di raccordo tra primo e secondo ciclo

Rimane ancora aperto, invece, il problema del passaggio alla secondaria di secondo grado e le iniziative di continuità si limitano spesso ad attività finalizzate a controllare l’attuazione dell’obbligo scolastico, inteso come diritto-dovere, e a verificare l’adeguatezza del percorso formativo scelto utilizzando i risultati raggiunti dagli alunni. Poche le iniziative che puntano sulla progettazione di percorsi didattici che coinvolgono gli insegnanti della secondaria di primo e secondo grado, nonostante nel primo biennio si concentri la percentuale più alta di abbandoni, ripetenze e passaggi ad altri corsi.

Inoltre, è proprio in questi due anni che si radicano i processi che poi portano a generare il fenomeno dei NEET (Not in Education, Employment or Training), indicatore che individua la percentuale di popolazione di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non è né occupata né inserita in un percorso di istruzione o di formazione. La mancanza di dialogo tra i due cicli di istruzione porta inevitabilmente a una segmentazione del progetto formativo che dovrebbe accompagnare l’alunno dalla scuola dell’infanzia al termine della scuola secondaria di secondo grado e, quindi, a una non uniformità e talvolta ripetitività che rende poco agevole il percorso scolastico.

Ripensare la progettazione didattica

E’ fondamentale aprire il dialogo tra primo e secondo ciclo per favorire il successo formativo, diminuire drasticamente la dispersione scolastica e garantire a ogni alunno la continuità didattica allo scopo di superare i disagi che possono presentarsi nel passaggio tra i diversi ordini di scuola.

Gli alunni, specialmente i più fragili, possono, infatti, superare più facilmente i disagi dell’adattamento se c’è un buon raccordo tra gli ordini scolastici e se si progettano attività didattiche comuni che possono aiutare gli alunni più piccoli a confrontarsi con i compagni più grandi, a conoscere in modo diretto ambienti scolastici e attese degli insegnanti della scuola di secondo grado e possono servire agli alunni più grandi ad assumere compiti di responsabilità, a sperimentare comportamenti di tipo tutoriale, a confermare la scelta fatta. Tutto ciò contribuisce fortemente a orientare.  

Le indicazioni operative per procedere

  • Quali punti di riferimento da tenere fermi come guida per concordare e condividere il raccordo tra il primo ciclo di istruzione e il secondo ciclo di istruzione e formazione?  
  • Che cosa individuare?
  • Come facilitare l’apprendimento e minimizzare il disagio nel passaggio da un ordine all’altro di studi?
  • Quale procedura utilizzare per realizzare concretamente un curricolo verticale I e II ciclo?

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Su questi temi il corso Curricolo verticale: realizzare un progetto formativo uniforme dai 3 ai 19 anniin programma dal 27 marzo, a cura di Anna Maria Di Falco.

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