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Diventano blogger per essere ascoltati

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Il rapporto fra Internet e i giovani si fa sempre più fitto e complicato. Esso coinvolge non solo i valori e i punti di riferimento di un’intera generazione, ma anche il suo modo di relazionarsi con il mondo.
Secondo le stime del V Rapporto sulla Comunicazione in Italia del Censis e dell’Ucsi, gli utenti di Internet si attesterebbero oggi intorno ai 20 milioni, pari al 36,2 per cento della popolazione, la maggior parte di loro ha un’età che oscilla dai 14 ai 29 anni. Non più solo chat, e-mail o sms dunque, ma adesso anche blog.
Si tratta di una sorta di diario personale, una pagina sulla quale vengono riportati i pensieri, le emozioni, i sentimenti di una generazione che si mette a nudo. La scuola, le interrogazioni, le amicizie, gli amori. Sono questi i blog, estremamente banali per certi versi, intimi e personali per altri. Adolescenti che si interrogano sul loro futuro, che piangono per un amore perduto o per un dissidio in famiglia, che rivelano paure e debolezze, vizi e perversioni.
Si sono evoluti i blog, anche sotto il profilo estetico. In principio solo da un punto di vista cromatico, molti i colori: fucsia, rosa, giallo, nero, blu elettrico. Poi si sono arricchiti di foto stravaganti e di video di ogni tipo. Un marasma senza filtro di informazioni, talvolta di banalità e dubbi. In sostanza, su Internet, e in particolare nei blog, sembra emergere una nuova concezione dell’intimità, probabilmente alimentata dalle distanze.
Ai blogger basta semplicemente fare clic per entrare in un mondo effimero e ignoto, nel quale talvolta possono correre il rischio di smarrirsi.
Troppo spesso, con leggerezza e senza riflettere, i teenager pubblicano nei blog foto personali, recapiti telefonici, indirizzi, che potrebbero essere fonte di informazioni anche per gente non proprio benintenzionata.
Le forze dell’ordine e le associazioni in difesa dei minori sono corse ai ripari, elargendo consigli ai giovani e alle famiglie in nome di un’auspicabile tutela della privacy. Ai genitori spetta il compito di monitorare con attenzione i siti dei propri ragazzi e di ascoltare eventuali grida di aiuto.
In realtà i blog denunciano, da parte dei ragazzi, un forte bisogno di essere aiutati, e l’unico mezzo per farlo è l’ascolto. Lo afferma Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta, direttore dell’istituto di Ortofonologia di Roma, secondo il quale: «Nei blog non si comunica, si esterna. Non si cerca qualcuno con cui parlare, ma si cerca qualcuno in generale per dar spazio ai propri pensieri o ai proprio malesseri». I blog, però, non hanno nè danno risposte. È vero, essi soddisfano l’esigenza dei ragazzi di far sapere al mondo quel che pensano, ma rispondono solo con il silenzio e il nulla.