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Divide et impera: metodo sociologico per annientare la “corporazione” dei docenti

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La soluzione, a tutti i problemi finanziari della scuola, era stata trovata con la proposta temeraria del ministro Profumo, che aveva lanciato l’idea di portare, senza aumento di stipendio, l’orario settimanale di servizio dei docenti della scuola secondaria, da 18 a 24 ore settimanali. Questa malsana proposta è stata respinta, in modo unanime e condiviso, da tutti i docenti interessati, da tutti i partiti politici e dai sindacati della scuola , che addirittura avevano indetto per il giorno 24 novembre uno sciopero unitario.
 I sindacati tutti sarebbero dovuti scendere in piazza a Roma, per una grande manifestazione, volta a contestare e contrastare il tentativo di aumentare senza incrementi stipendiali, per via legislativa e quindi fuori dai patti contrattuali, l’orario di servizio dei docenti, una civile contestazione che avrebbe dovuto dire basta al blocco degli scatti di anzianità del personale della scuola, una piazza che avrebbe chiesto al governo il rinnovo del contratto collettivo nazionale scaduto ormai da oltre 3 anni, un unione sindacale che avrebbe chiesto una soluzione giusta e legittima per i docenti inidonei, che per la legge spending review verranno demansionati e trasferiti d’ufficio a svolgere compiti riservati al personale Ata. Il timore di un unione sindacale su temi condivisi, come quelli su citati, ha spinto il governo ad attuare una strategia di difesa, che potremo definire socio-politica. 
Di che strategia si tratta? Si tratta di un’antica tecnica socio-politica usata anche nell’antica Roma, chiamata: “divide et impera” . 
La strategia del governo è quella di dividere e frammentare il potere di un’opposizione sindacale unitaria in modo che non possa riunirsi contro l’obiettivo comune del governo di recuperare risorse dal sistema dell’istruzione.
Quindi il “divide et impera” utilizzato dal governo Monti è un metodo sociologico per annientare il corporativismo dei docenti, evocato da premier durante la trasmissione di Fabio Fazio “Che tempo che fa” (si veda articolo pubblicato su questo sito, che a sua volta, attarverso alcuni link, ne rilancia altri sempre su questo tema). 
Ecco lanciare l’amo, a cui hanno abboccato diversi sindacati, consistente nell’urgente convocazione dei sindacati a palazzo Chigi, per dividere quella pericolosa e corporativa unione sindacale, promettendo l’immediato atto di indirizzo per lo sblocco degli scatti di anzianità, utilizzando quasi 400milioni di euro dei fondi d’istituto. Missione compiuta, pericolo scampato, i sindacati rimangono divisi e il governo Monti domina e può tessere la sua trama per trovare nuovi finanziamenti per salvare l’autonomia scolastica. Ecco che si parla, e forse questo sarà scritto anche nell’atto di indirizzo, che ancora latita, di miglioramento della produttività del personale scolastico. 
Grazie alla divisione sindacale attuata con l’isolamento della Flc Cgil, che è rimasta sola insieme ai Cobas scuola a scioperare il 24 novembre, rimane molto concreto il rischio di un colpo a sorpresa che consisterà nell’operazione sblocco scatti di anzianità per il solo anno 2011, effettuata con le risorse ricavate dalla decurtazione del 30% del FIS, che a loro volta verranno compensate con un aumento ancora non definito della produttività dei docenti, che ovviamente vedranno aumentato il loro orario di servizio settimanale a parità di stipendio. Alla strategia governativa del divide et impera chiediamo ai nostri sindacati di attuare saggiamente la strategia del viribus unitis. Non si tratta di corporativismo indecente ma piuttosto della difesa civica dei diritti essenziali dei lavoratori.