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Docente esperto: norma a rischio se davvero il PD ne chiederà lo stralcio

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Il decreto 115 (il cosiddetto “Aiuti bis”) è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e da oggi 10 agosto è legge dello Stato a tutti gli effetti.
Secondo quanto previsto dalla Costituzione il provvedimento dovrà essere convertito definitivamente in legge entro il 9 ottobre.
Il tempo a disposizione del Parlamento è quindi davvero molto poco anche se – stando alle ultime informazioni in nostro possesso – è possibile che già a fine agosto le Commissioni del Senato (l’iter prenderà avvio proprio da questo ramo del Parlamento) si riuniranno per iniziare ad esaminare il provvedimento.
Nei giorni successivi potrebbero anche scadere i tempi per la presentazione degli emendamenti mentre a partire dal 6 settembre i lavori delle due Camere dovrebbero riprendere a pieno ritmo.
Fare previsioni su come potrebbe svilupparsi la vicenda è davvero difficile anche perché, al momento attuale, le dichiarazioni che arrivano dalle diverse forze politiche sono un po’ contraddittorie.
A favore del provvedimento sono Italia Viva e Forza Italia che però si dicono perplessi su diversi aspetti della norma e già preannunciano emendamenti.
Contro la figura del docente esperto si è invece espresso il PD attraverso le dichiarazioni delle due capigruppo Debora Serracchiani e Simona Malpezzi che hanno già preannunciato la richiesta di stralcio dell’intero articolo 38.

Nel caso in cui il PD, al Senato, dovesse davvero formalizzare la richiesta sulla proposta potrebbero convergere anche i voti di Fratelli d’Italia e del M5S, con conseguenze imprevedibili.
In tutto questo ciò che risulta poco chiaro è un punto: in realtà, a ben vedere, l’articolo 38 del DL 115 si limita ad aggiungere un ulteriore “vantaggio economico” per i docenti che decideranno di intraprendere il percorso di “formazione incentivata” previsto dal DL 36 che, però, il PD aveva fortemente sostenuto.
Né si comprende quale posizione abbiano mantenuto i Ministri del PD nel corso della seduta del Consiglio dei Ministri che aveva approvato il decreto.
Ma forse tutte queste “stranezze” si spiegano molto facilmente se si pensa che siamo in piena campagna elettorale e, ovviamente, ogni forza politica cerca di dire e fare sulla questione ciò che pensa possa essere più gradito al mondo della scuola.