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Docente esperto, Uil: “Norma misera, salta il concetto di comunità educante a favore della competizione tra insegnanti”

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L’istituzione della figura del docente esperto, disciplinata dal Decreto Aiuti bis, è forte argomento di discussione tra docenti, sindacati e forze politiche. Sono in molti, come ha dimostrato il nostro sondaggio, a non essere d’accordo con la decisione del Governo.

A prendere parola a proposito è stato Giuseppe D’Aprile, segretario generale di Uil Scuola. In un comunicato il sindacato si è scagliato duramente contro ciò che si legge nel Decreto Aiuti bis in merito al docente esperto. Innanzitutto viene criticato il carattere di urgenza che ha assunto il provvedimento, incluso in un decreto che “contiene misure immediate tese a superare la crisi che ha colpito imprese, lavoratori e famiglie”.

I punti critici del provvedimento sul docente esperto

Poi D’Aprile ha elencato i punti della norma in questione su cui ha riscontrato le maggiori criticità. Innanzitutto “salterebbe il concetto di comunità educante posto a base dell’ultimo rinnovo del contratto scuola e si introdurrebbe, invece, il principio della differenziazione e della competizione tra docenti”, ha scritto.

Poi ha virato sul personale che, realisticamente, potrà ricoprire il ruolo di “esperto”: “Il docente esperto rimarrà un traguardo irraggiungibile per quanti andranno in pensione nell’a.s. 2031/32 e in tutti gli anni precedenti. Insegnanti che, per assurdo, risultano essere proprio i più ‘esperti’ per l’esperienza accumulata negli anni”.

Poi nel comunicato si fa notare che “l’insegnante dovrà restare nella stessa scuola per almeno il triennio successivo al conseguimento della qualifica di esperto”.

Infine viene criticato il percorso formativo a cui gli aspiranti docenti esperti dovranno sottoporsi: “Un lungo percorso di formazione individuale, come dichiarato dal Ministro Bianchi, incentrato sul digitale, per potenziare le conoscenze di base e pedagogiche e sviluppare competenze sempre più necessarie nella vita delle scuole che nulla ha a che fare con quanto sta accadendo a scuola”.

Una norma ai limiti della costituzionalità?

“Nessun corso che insegni a insegnare – osserva il segretario generale della Uil Scuola – aiuterà a preparare una buona lezione e la tecnologia, nella scuola, deve rappresentare non un fine ma un mezzo che, affiancandosi alla didattica tradizionale, contribuisca a stimolare spirito critico e non nozionistico”.

L’obiettivo del sindacato è quello di fare guerra alla norma contenuta nel Decreto Aiuti bis, che dovrà essere convertito in legge entro il prossimo 8 ottobre, auspicandone l’eliminazione. “Lo stralcio dell’art. 38 del decreto è quello che la Uil Scuola richiederà alle forze politiche che (a partire dal 6 settembre ed entro l’8 ottobre prossimi) saranno chiamate a convertire/cancellare una norma intellettualmente misera ed economicamente risibile e ridicola che, con l’introduzione di un ‘corpo estraneo nella comunità educante’, allontana la scuola dai principi tracciati dalla Costituzione, scatenando la guerra tra i docenti fra i peggio pagati d’Europa, ai quali, invece, non si è capaci di rinnovare un contratto di lavoro scaduto ormai da molti anni”, ribadisce il sindacato.