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Docenti non vaccinati, Bianchi: “Rientro in classe diseducativo. Messaggio forte ai nostri giovani” – RIVEDI LA DIRETTA

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Oggi pomeriggio, mercoledì 30 marzo, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, ha risposto a interrogazioni – rivolte al ministro dell’Istruzione – sull’attuazione degli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza in materia di istruzione, con particolare riferimento al sistema di orientamento per gli studenti (Di Giorgi – PD); sulle iniziative in relazione al rientro in servizio del personale scolastico non vaccinato contro il Covid-19 (Toccafondi – IV) e a una interrogazione – rivolta al ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili – sulle iniziative per fronteggiare la crisi del settore delle costruzioni in relazione alle criticità determinate dal rialzo dei prezzi (Mazzetti – FI).

Riguardo la riforma del sistema di orientamento per gli studenti, il ministro D’Incà (per conto del Ministro Bianchi) ha così risposto:

“L’orientamento rappresenta un processo formativo continuo che accompagna lo studente durante tutto il corso della sua vita. La riforma dell’orientamento rappresenta un punto strategico nel Pnrr. Quest’ultimo mira a potenziare la qualità del sistema educativo e la riduzione divari territoriali di genere. Obiettivo innalzare l’occupazione giovanile e contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico che secondo una recente indagine raggiunge il 3,8% nelle scuole secondarie di primo grado. Il contrasto all’abbandono scolastico pone fine al fenomeno dei cosiddetti Neet, ovvero dei giovani che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in un percorso di formazione. La riforma del Pnrr prevede moduli di orientamento, 30 ore annue, rivolte alle classi quarte e quinte della scuola secondaria di secondo grado, nondimeno una rilevante estensione di questi moduli alle classi di scuola secondaria di primo grado. Idea è spiegare le filiere di formazione che attraversano e connettono le scuole secondarie di secondo grado e l’istruzione terziaria”.

“Anche le scuole del primo ciclo potranno realizzare azioni di orientamento al fine di consentire l’introduzione di moduli d’orientamento curriculari relativi a discipline tecnologiche e multilinguistiche. Tali moduli dovranno essere gestiti con l’utilizzo di metodologie didattiche e orientative innovative in grado di far emergere e valorizzare talenti personali degli studenti grazie a laboratori esperienziali con l’utilizzo di tecnologie digitali di mobilità e scambio a livello nazionale ed europeo. L’86% delle scuole realizza già percorsi di orientamento. La riforma sarà attuata entro il dicembre 2022 mediante specifiche linee guida e l’attuazione di tale misure sarà sostenuta dalla realizzazione di una piattaforma digitale dedicata alla formazione specifica dei docenti sulle metodologie d’orientamento”.

Rientro dei docenti non vaccinati

Il ministro D’Incà ha poi risposto all’interrogazione dell’on. Toccafondi (Italia Viva) relativamente al rientro in servizio dei docenti non vaccinati:

“Lo scopo principale delle misure era incentivare la campagna vaccinale. Con il miglioramento del quadro epidemiologico testimoniato dall’uscita dello stato d’emergenza, il governo ha valutato l’opportunità di rivedere le misure di contenimento e le sue conseguenze. Col decreto legge 24 del 24 marzo il Consiglio dei ministri ha deciso unanimemente di mantenere l’obbligo vaccinale fino al 15 giugno 2022. Allo stesso tempo ha ritenuto di eliminare la sospensione dal servizio per coloro che non ottemperano all’obbligo. La vaccinazione costituisce un requisito essenziale per lo svolgimento dell’attività didattica a contatto con gli alunni. Di qui l’utilizzazione del docente non vaccinato in attività di supporto dell’istituzione scolastica quali le attività a carattere collegiale. La motivazione di tale decisione sta nella speciale rilevanza che la figura del docente riveste nella comunità educante. La violazione di un obbligo non può restare privo di conseguenze. Si tratta di un messaggio forte che si è voluto dare ai nostri giovani, gli insegnanti inadempienti disattendono il patto sociale ed educativo su cui si fondano le comunità nelle quali sono inseriti. Il puro e semplice rientro in classe avrebbe comportato un segnale altamente diseducativo, per questo si è dovuto trovare un ragionevole equilibrio tra il diritto degli insegnanti non vaccinati di sostenersi e il loro dovere di non smettere di fornire il corretto esempio. Relativamente alla copertura finanziaria della sostituzione dei docenti non vaccinati quantificata in circa 3800 unità, in questa prima fase abbiamo dovuto utilizzare quota parte del fondo per la valorizzazione dei docenti e vi è l’impegno dell’esecutivo per integrare le risorse di tale fondo”.

RIVEDI LA DIRETTA

Il testo integrale dell’intervento del Ministro Federico D’Incà

Signor Presidente, colleghi deputati, rispondo agli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministro dell’Istruzione, impossibilitato a partecipare alla seduta odierna. Il decreto-legge n. 172 del 2021, convertito con modificazioni dalla legge n. 3 del 2021, ha esteso a partire dal 15 dicembre 2021 l’obbligo di vaccinazione contro il COVID-19 anche al personale scolastico e ha disposto che l’inadempimento dell’obbligo vaccinale avrebbe comportato fino al 15 giugno 2022 per il personale interessato la sospensione dell’attività lavorativa e la mancata corresponsione della retribuzione e di altro compenso o emolumento comunque denominati. Lo scopo principale della misura era quella di incentivare il più possibile la campagna vaccinale in corso, anche a costo di una conseguenza molto pesante per il personale che avesse scelto di non vaccinarsi.

Con il miglioramento del quadro epidemiologico, testimoniato dall’uscita dallo stato di emergenza, il Governo ha valutato l’opportunità di rivedere le misure di contenimento e, soprattutto, le loro molteplici conseguenze. Con il decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, il Consiglio dei Ministri ha unanimemente deciso di mantenere fino al 15 giugno 2022 l’obbligo vaccinale. Nello stesso tempo, però, ha ritenuto di eliminare la sospensione dal servizio per coloro che non ottemperano all’obbligo, superando la severa implicazione di non riconoscere neppure il cosiddetto assegno alimentare. Peraltro, sottrarsi all’obbligo vaccinale per gli insegnanti ha una peculiare conseguenza: la vaccinazione costituisce un requisito essenziale per lo svolgimento delle attività didattiche a contatto con gli alunni. Di qui l’utilizzazione del docente non vaccinato in attività di supporto alle istituzioni scolastiche, quali, a titolo esemplificativo, le attività, anche a carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione, aggiornamento e formazione, e la conseguente sostituzione per l’attività didattica con supplenti.

La motivazione di tale disposizione risiede nella speciale rilevanza che la figura del docente ricopre all’interno della comunità educante. La disposizione coniuga, infatti, due esigenze: quella di attenuare le conseguenze di inadempimento all’obbligo vaccinale senza deflettere, però, rispetto al principio di responsabilità dei docenti dinanzi agli alunni. Come correttamente osservato dall’interrogante, la violazione di un obbligo non può restare priva di conseguenze. Si tratta, dunque, di un messaggio forte e coerente, che si è voluto dare ai nostri giovani. Gli insegnanti inadempienti disattendono il patto sociale ed educativo su cui si fondano le comunità nelle quali sono inseriti. Il puro e semplice rientro in classe avrebbe comportato un segnale altamente diseducativo; per questo si è dovuto trovare un ragionevole equilibrio tra il diritto dei docenti non vaccinati di sostenersi e il loro dovere di non smettere mai di fornire il corretto esempio.

Tale decisione risponde peraltro anche all’esigenza di garantire il diritto alla salute agli alunni e alle alunne delle classi non vaccinati e ai fragili e agli stessi docenti non vaccinati, nonché di meglio preservare la continuità didattica. In ultimo, relativamente alla copertura finanziaria delle sostituzioni dei docenti non vaccinati, quantificati in circa 3.800 unità, in questa prima fase abbiamo dovuto utilizzare quota parte del Fondo per la valorizzazione dei docenti e vi è l’impegno dell’Esecutivo per integrare le risorse di tale Fondo.