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Docenti sui social, dovrebbero fare attenzione a quello che scrivono

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Scrivere su Facebook o Twitter delle frasi che possono nuocere all’immagine dell’Amministrazione per cui si lavora è un comportamento che potrebbe comportare una sanzione disciplinare. I docenti che sono degli educatori dovrebbero fare molta attenzione quando utilizzano i social e pubblicano dei post.

Codice comportamentale dei docenti

Purtroppo è triste segnalare il fatto che alcuni docenti, ma anche alcuni dirigenti scolastici, utilizzino facebook per insultare le Istituzioni, personaggi politici, rappresentanti sindacali, personaggi pubblici, gettando discredito e a volte uscendo fuori dal seminato e dal ruolo di educatori.

Ci sono dei doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta, a cui il dipendente pubblico, e in particolar modo un insegnante, ovvero chi dovrebbe essere preposto all’educazione dei nostri figli, è chiamato ad osservare scrupolosamente.

A tale proposito per evitare fraintendimenti e casi spiacevoli, i dirigenti scolastici richiamano, nei regolamenti d’Istituto e in alcune circolari interne di inizio anno scolastico, il regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici ai sensi del DPR n.62 del 13 aprile 2013.

Un insegnante quindi, ai sensi dell’art.3 comma 2 del suddetto decreto del Presidente della Repubblica, è chiamato al rispetto dei principi di integrità, correttezza, buona fede, proporzionalità, obiettività, trasparenza, equità e ragionevolezza. Il docente ai sensi dell’art.3, comma 3 del DPR n.62/2013, evita situazioni e comportamenti che possano ostacolare il corretto adempimento dei compiti o nuocere agli interessi o all’immagine della pubblica amministrazione. Per quanto suddetto, secondo semplici principi di etica comportamentale, esistono per i docenti dei doveri deontologici di condotta professionale a cui non è concessa nessuna assoluzione.

Ultimi casi di cronaca

Forse ci aveva visto giusto Umberto Eco quando disse che “Con i social si è data parola a legioni di imbecilli”. Perché leggere sul profilo facebook di una docente, che dovrebbe rispettare i valori civici di Cittadinanza e Costituzione, frasi riferite alla tragica morte di un carabiniere in servizio: “Uno di meno, e chiaramente con uno sguardo poco intelligente, non ne sentiremo la mancanza” è veramente mortificante per tanti docenti che utilizzano i social con intelligenza e rispettano le istituzioni e si comportano in modo da non arrecare danno all’Istituzione che rappresentano.

Un’altra docente sempre sulla tragica vicenda del carabiniere ucciso a coltellate da uno studente americano, prontamente arrestato dalle forze dell’ordine, scrive: ” Cari agenti, in questi casi un colpo alla nuca al reo confesso…”.

Sbagliato discreditare le Istituzioni

Un docente non dovrebbe mai discreditare le “Istituzioni” su facebook perché viene meno al vincolo di correttezza e buona fede, adottando un comportamento che nuoce alla sua funzione di educatore e alla scuola in cui presta servizio. Un dirigente scolastico che viene a conoscenza di post volti a insultare a criticare profondamente le Istituzioni dello Stato, si trova obbligato ad aprire un procedimento disciplinare nei confronti del docente. Non è deontologico e soprattutto mina profondamente la fiducia tra Istituzioni se un docente critica pesantemente l’operato della magistratura che ha archiviato le sue querele nei confronti di una Dirigente scolastica. Leggere commenti pubblici su facebook tra due docenti dove uno scrive: “Certi vergognosi pseudo dirigenti sono nauseanti personaggi che nella vita normale non valgono nulla, esseri vigliacchi che approfittano per fare soprusi a insegnanti seri e preparati, sfogando una frustrazione esistenziale di esseri falliti umanamente” e l’altro invece risponde: “Purtroppo qua, caro XXXXXX XXXXXXXXX, il problema transisce enormemente di livello, perché sembra essere dei Giudici, almeno di alcuni giudici, e non più solo dei dirigenti scolastici”.

Ogni commento è solamente superfluo rispetto al linguaggio utilizzato da taluni docenti, ma soprattutto emerge la volontà di discreditare pubblicamente l’Istituzione della scuola e della magistratura, quasi a intendere che bisognerebbe educare i nostri studenti a non credere nei valori della legalità e dell’imparzialità, proprio l’opposto di quello che dovrebbe fare un docente.