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Docenti supplenti, a settembre boom: 13mila solo in Lombardia. Fontana sbotta: imbecille chi contesta l’autonomia, a ogni regione regole proprie, oggi c’è incapacità

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Con l’avvio dell’anno scolastico prossimo si prospettano altre 200 mila supplenze annuali, la metà delle quali su sostegno. E con le Regioni del Nord ad assegnare più cattedre di tutti. A seguito dell’alto numero di cattedre che a settembre rimarranno scoperte in Lombardia, il presidente della Regione Attilio Fontana sbotta e usa parole durissime: dopo avere appreso che per l’anno scolastico 2025-2026 saranno quasi 13mila i posti di insegnante nel territorio lombardo da assegnare con supplenza annuale, parlando a margine dell’inaugurazione del nuovo Centro ustioni all’ospedale Niguarda di Milano, il governatore dà degli imbecilli ai contestatori del cosiddetto regionalismo e degli incapaci a coloro che gestiscono il reclutamento degli insegnanti a livello nazionale.

Precedendo le procedure di immisioni in ruolo, forse consapevole che anche a causa della lentezza dei concorsi saranno con ogni probabilità anche nell’estate 2025 utili a coprire poco più del turn over, Fontana si è detto convinto che l’autonomia regionale, con regole ad hoc prodotte a livello territoriale, contrasterà i problemi annosi dell’ambito scolastico.

Applicando la riforma Calderoli pubblicata in Gazzetta Ufficiale attraverso la Legge n. 86 del 26 giugno scorso, il presidente della Regione Lombardia si aspetta che si andrà finalmente a contrastare la crescita di cattedre vacanti: migliaia di posti che tra fine estate e inizio autunno vengono affidati a personale supplente (su sostegno pure non specializzato) in larghissimo numero proveniente dal Sud, quindi destinato prima o poi ad avvicinarsi a casa e a lasciare di nuovo libero quel posto (spesso anche non portando a termine le supplenze come indicato nel contratto sottoscritto).

“Noi – ha dichiarato Fontana – vogliamo avere l’autonomia organizzativa per evitare che ogni anno si ripetano queste cose. Ogni anno scolastico ormai mancano le cattedre, ogni anno ci sono i supplenti che a metà anno se ne vanno e i ragazzi interrompono per questo il loro percorso formativo”.

Quindi, il Governatore della Regione Lombardia si è lasciato andare ad accuse piuttosto pesanti: “noi non vogliamo insegnare delle materie diverse, cari imbecilli che contestate l’autonomia, ma vogliamo metterci nelle condizioni di evitare che l’incapacità centrale si rifletta su una impossibilità locale di gestire bene le cose”.

Nel mirino di Fontana, quindi, non vi sono solo i contestatori dell’Autonomia differenziata leghista, ma anche i legislatori degli ultimi decenni che hanno prodotto regole uniformi sulle assunzioni del personale scolastico e anche sugli stipendi uguali per tutti: quello delle “gabbia salariali” con compensi differenziati a seconda del costo della vita, ma anche delle spese da affrontare per i lavoratori fuori sede o in contesti “difficili”, è infatti un tema che ciclicamente torna. Anche l’attuale ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha toccato questi temi in più di un’occasione.

In particolare, a fine 2023, Valditara puntualizzò di “non avere mai stato messo in discussione il contratto nazionale del mondo della scuola, né di avere mai parlato di compensi diversi fra Nord e Sud”, ma di avere comunque “riportato una problematica sollevata da alcune regioni riguardo il differente costo della vita nelle diverse città italiane. Insieme con sindacati e regioni si ragionerà anche di questo aspetto, per cercare soluzioni adeguate in favore di docenti e personale scolastico”, conclude il numero uno del Mim.