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Donazzan: abilitazione e moralità

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Non solo l’abilitazione, ma anche la moralità è necessaria per insegnare, fermo restando tuttavia di stabilire quali siano i confini della moralità stessa e se essa non venga usata quando bisogna. In altri termini è più moralmente accettabile che un condannato in via definitiva per appropriazione indebita (come dire furto) continui a fare le leggi al senato, o che un supplente maschio, ma che si sente donna, si presenti a scuola in abiti femminili?

Per l’assessore all’Istruzione del Veneto, Elena Donazzan, che  ha interpellato la direttrice generale dell’Ufficio scolastico regionale, Daniela Beltrame, la presenza e il comportamento di un supplente, che va in classe con abiti femminili, in un istituto tecnico vicentino, hanno bisogno di essere chiariti e comunque chiede di avviare un’inchiesta.

 

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Attraverso la direttrice, l’Assessore si rivolge anche al Ministro Valeria Fedeli proponendole “di avviare una riflessione più approfondita sul reclutamento degli insegnanti – scrive Elena Donazzan – Unitamente al titolo di studio, alla valutazione sulla capacità didattica, credo debba esserci anche un giudizio sulla probità e moralità del docente. Essere docenti è una vocazione e comporta un rispetto di sé e degli altri altissimo, tanto da essere da esempio di autorevolezza soprattutto verso i giovani e verso le loro famiglie. Solo così restituiremo il ruolo che merita la figura del docente nella società”.  

Nel frattempo, l’assessore regionale ha chiesto formalmente alla direttrice Beltrame di intervenire sul caso specifico per “verificare l’accaduto”, “il percorso del docente” e “il comportamento tenuto nelle scuole dove è stato chiamato a prestare il proprio servizio”.