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Bagni neutri per evitare discriminazioni a scuola. Irritazione della destra. Come garantire allora le minoranze?

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Quanti saranno le persone gender in Italia? Secondo un sondaggio Ipsos del 2023, sembra che nel nostro Paese, del 9% delle persone che si definiscono LGBT+: Il 2% è omosessuale, il 3% bisessuale, l’1% pansessuali/omnisessuale, l’1% asessuale. 

A livello geografico, Spagna, Brasile e Olanda sono i Paesi ad avere il maggior numero di persone che si identificano come omosessuali, bisessuali, pansessuali/omnisessuale o asessuali. Al contrario, Polonia, Giappone e Perù sono i Paesi con le percentuali più basse.

In qualche modo dunque l’Italia si allinea con le percentuali internazionali, con ciò dimostrando che tali minoranze, chiamiamoli “gender” per comodità, esistono in ogni parte del globo, come del resto ci sono sempre state nel corso dei secoli e in tutte le civiltà, come ben dimostra perfino il mito greco con “l’Ermafrodito”, nato dall’unione fra Ermes e Afrodite. A parte le numerose testimonianze che nella letteratura e nella storia, dall’alba dell’uomo, si trovano e di cui certamente non vogliamo fare gli elenchi, anzi “i cataloghi”, come direbbe Leporello parlando di Don Giovanni.

In ogni caso, si tratterebbe di circa 5 milioni di persone (il 9% su 60milioni di abitanti) che in una nazione progredita e democratica hanno pieno diritto di cittadinanza sia in omaggio all’Art. 3 della Costituzione e sia in omaggio al buon senso, dal momento che si trovano in una situazione non plurale, nel senso della maggioranza, ma singolare, nel senso della minoranza degli abitanti e non per tale motivo oggetto di discriminazione. 

Tuttavia, l’aspetto più strano di tutta la vicenda che si sta creando attorno a queste persone, riguarda il fatto che la maggioranza (plurale) al governo del Paese sta facendo di tutto per contrastarli, umiliarli, metterli all’angolo come se fossero accaniti criminali o addirittura soggetti da cui temerne l’influenza: contagiosi insomma.

Si ha l’impressione di una sorta di timore nei confronti di queste persone, di questa minoranza che vorrebbe invece vivere con le uguali attenzioni riservate a tutti gli altri 55 milioni di italiani. 

La questione della Schwa e dell’asterisco, vietati nelle comunicazioni ufficiali delle scuole perché non previsti nella lingua italiana, se per un verso non ci risultino casi documentabili nelle scuole, dall’altro il divieto fa a pugni con la costumanza, sollecitata e tutta di destra, di chiamare al maschile, per esempio, il presidente Meloni (che è come dire il cantante Mina), o il ministro (al maschile) Santanchè, Roccella ecc., quando esiste nella lingua italiana l’apposito femminile, ministra. 

E dunque appare chiaro l’intento di colpire in qualche mondo questa minoranza “diversa”, mettendo in luce però una sorta di strisciante intima paura nei loro confronti, come se le persone gender potessero stravolgere l’impianto della società, come se potessero “contagiare” il resto del mondo, deviare l’ordinamento dello stato.

L’ultimo caso viene segnalato dal Fatto Quotidiano che racconta di un preside che, in omaggio alla Costituzione, ha deciso che tre bagni della sua scuola siano destinati a studenti a prescindere dal sesso. “Solo il dieci per cento delle toilette presenti nella scuola è stato interessato dalla modifica”.

Diffusa la notizia, immediata la reazione nella destra, che, stracciandosi le vesti, ha parlato di “ennesimo attacco della sinistra alla natura della persona. Il gender a scuola entra anche dalla finestra del bagno… che diventa neutro”. 

Non capiamo dove stia l’attentato e nemmeno il riferimento alla “forzatura ideologica” per cui alcuni esponenti politici di destra chiedono di fermare “le sperimentazioni gender sulla pelle dei nostri giovani. Una propaganda in puro stile ideologia gender, in base alla quale si deve alimentare confusione sessuale negli adolescenti, negazione delle identità e cancellazione delle differenze tra uomo e donna”.

Sembra, leggendo questi comunicati, che reputino il gender infettivo, come il covid?

E pare anche abbiano il timore che una minoranza, il 9% della popolazione (con le altre varianti prima citate), possa essere in grado di rivoluzionare l’andamento sessuale dell’altro 90%, per cui, invece di tutelarla, come ogni democrazia dovrebbe fare, viene demonizzata?