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Edilizia scolastica, la Carrozza passa alla fase due

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Dopo gli annunci, prodotti dal giorno dopo l’approdo a capo del dicastero di viale Trastevere, sulla necessità di mettere in sicurezza l’edilizia scolastica, il ministro dell`Istruzione, dell`Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, è passata alla fase due.
Il 29 maggio ha ricevuto una delegazione dell`Unione delle Province d`Italia per affrontare, in particolare, messa in sicurezza degli oltre 5mila edifici scolastici e l`allarme per i tagli ai fondi destinati al funzionamento delle scuole superiori: l`incontro, riferisce il Miur, è servito ad affrontare “il tema dell`edilizia scolastica, della manutenzione ordinaria e dei costi di funzionamento degli edifici scolastici”. Carrozza ha confermato alla delegazione dell`Upi che “la questione dell`edilizia scolastica sarà prioritaria nell`azione del ministero”.
In rappresentanza della province era presenta una delegazione dell`ufficio di presidenza Upi, composta dal presidente, Antonio Saitta, dal vice presidente, Angelo Vaccarezza, dal presidente del consiglio direttivo Leonardo Muraro, dal presidente della Provincia di Potenza, Piero Lacorazza, e dall`assessore all`istruzione della Provincia di Firenze, Giovanni Di Fede.
“Abbiamo consegnato al ministro i nostri Dossier sulla scuola, con i dati drammatici sui tagli alle risorse sia per la messa in sicurezza degli edifici che sul normale funzionamento delle scuole. Abbiamo ricordato – ha detto al termine dell’incontro il presidente Saitta – che, dopo 5 anni dalla delibera CIPE che assegnava 758 milioni di euro per la sicurezza delle scuole, a Province e Comuni, abbiamo ricevuto negli ultimi mesi, e solo dopo i ripetuti allarmi lanciati, appena il 13% del totale. Fino al 2011 le Province sono riuscite in qualche modo a supplire alla totale latitanza del Governo centrale, ma adesso, con i tagli drammatici che abbiamo subito negli ultimi tre anni, di cui 1,2 miliardi solo per il 2013, non abbiamo più un soldo. Avevamo programmato – spiega ancora Saitta – interventi per oltre 727 milioni di euro, da fare nell`anno e in particolare nei mesi estivi, quando le scuole sono chiuse, ma non potremmo realizzarne se non per 212 milioni di euro. Il resto, che pure è necessario, non potrà essere fatto”.
L’Upi ha quindi questo di escludere le spese per la sicurezza delle scuole dal patto di stabilità. “Perché la scuola – ha sottolineato il presidente – deve diventare la priorità del Paese, e di finanziare un fondo unico per l`edilizia scolastica, in cui fare convergere tutte le risorse che abbiamo a disposizione, anche quelle che derivano dai finanziamenti europei, per avviare un grande piano di edilizia scolastica. Abbiamo apprezzato la comprensione per le nostre preoccupazioni mostrata dal Ministro, con la quale nei prossimi giorni continueremo il dialogo costruttivo avviato oggi per trovare insieme soluzioni comuni. L`obiettivo è di restituire alla scuola il ruolo centrale nelle scelte politiche, economiche e sociali del Paese che gli spetta”.

Ora la “palla” passa al Miur. Ma sarebbe meglio dire al Governo. Spetterà infatti al premier e ai ministri capire se e come sarà possibile reperire i fondi necessari. E trattandosi di diverse centinaia di milioni di euro, solo per rimanere alle emergenze, non sarà un compito facile.