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Elezioni Rsu, la Flc-Cgil rinsalda il primato

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Incrementano i Confederali, soprattutto la Flc-Cgil, perde quasi mezzo punto la Gilda degli insegnanti, lascia sul campo quasi tre punti lo Snals, si conferma alta l’adesione per i sindacati “minori” ma solo nelle scuole (poche) dove hanno presentato le liste. Sono le indicazioni che giungono dal 75% degli istituti (7.690 su 10.230 complessivi), a ventiquattrore dalla chiusura delle urne che hanno visto anche stavolta partecipare 8 lavoratori della scuola su 10.
In base a queste indicazioni, ancora provvisorie ma probabilmente non troppo lontane dalle definitive, la Flc-Cgil avrebbe conseguito il 35% delle preferenze (nel 2006 erano state il 30,9%), la Cisl Scuola il 24,95% (contro il 24,6% di cinque anni fa), la Uil Scuola il 14,89% (nell’ultimo rinnovo si era fermata al 14,3%). Lo Snals passerebbe dal 16,84% al 14,12%. Mentre la Gilda dal 6,5% al 6,03%. Se i dati dovessero, come probabile, mantenersi su queste cifre si prospetta quindi una sostanziale tenuta dell’attuale modello sindacale.
Gli spostamenti più sensibili sarebbero, comunque, quelli fatti registrare dai lavoratori della conoscenza della Cgil. Che infatti sin d’ora, tramite il segretario Mimmo Pantaleo, tengono a dire: “Basta con la bugia secondo la quale tutti hanno vinto. Sicuramente ha vinto la democrazia con un risultato straordinario in termine di partecipazione al voto. La Flc-Cgil si conferma primo sindacato e ottiene più voti in tutti comparti della conoscenza”.  Poi Pantaleo annuncia che la strategia adottata nell’ultimo triennio, anche alla luce del successo ottenuto dalle urne, non cambierà: “Non faremo sconti al Governo Monti e in assenza di risposte concrete siamo pronti ad una intensa fase di mobilitazione”.
Parole di soddisfazione, malgrado neanche stavolta verrà raggiunta la soglia minima del 5%, vengono pronunciate anche da Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas: “Nonostante l’oligarchia sindacale ‘rappresentativa’ – dice il sindacalista – abbia imposto, per l’ennesima volta, elezioni Rsu con modalità altamente anti-democratiche, riducendo anzi ulteriormente gli spazi di agibilità per chi non gode del loro monopolio, il grande impegno volontario di tanti militanti (i Cobas non hanno né distacchi, né sindacalisti di professione retribuiti ma solo docenti ed Ata in servizio o pensionati/e che difendono gratuitamente i lavoratori/trici e la scuola pubblica) ci ha permesso di presentare liste in 1.110 scuole di 74 province, con circa 4.000 candidati, e di ottenere, sulla base dei risultati già pervenutici, una eccellente media del 24% di voti su un campione assolutamente rappresentativo per varietà territoriale e di ordini e gradi di scuola”. Per concorrere con i sindacati rappresentativi servivano però almeno il doppio delle liste. “Dai dati per ora a nostra disposizione – conclude il rappresentante dei Cobas – abbiamo eletti nel 62% delle scuole ove abbiamo presentato le liste: e questi sono gli unici dati che contano per noi, visto che non ci è stato di fatto permesso di ‘competere’ su tutto il territorio nazionale”.
Analoga soddisfazione viene espressa dall’Usb: attraverso una nota il sindacato di base nel sottolineare che si affacciava “per la prima volta nel comparto Scuola” annuncia di aver ottenuto “centinaia di liste e di eletti”.