
È stata trovata senza vita nella notte ad Afragola, in provincia di Napoli, la giovane studentessa di 14 anni che era scomparsa poche ore prima e la sua assenza aveva fatto scattare immediatamente l’allarme da parte della madre, che si era rivolta ai carabinieri. Il tragico epilogo è arrivato poche ore dopo: il corpo della ragazza è stato rinvenuto all’interno di un casolare abbandonato nei pressi dell’ex stadio Moccia, nascosto in un armadio e coperto da detriti.
Come riporta Repubblica, a compiere l’omicidio, secondo le indagini in corso, sarebbe stato l’ex fidanzato della ragazza, un diciottenne attualmente fermato con l’accusa di omicidio volontario, che ha poi confessato di averla aggredita e uccisa. Secondo quanto dichiarato, l’aggressione sarebbe nata da un rifiuto: la studentessa voleva chiudere definitivamente la relazione. Il giovane avrebbe colpito la ragazza con una grossa pietra trovata sul posto. Il delitto, descritto come particolarmente violento, ha sconvolto famiglia, amici, scuola e quanti la conoscevano.
In attesa delle conferme ufficiali da parte del medico legale, la procura indaga per femminicidio, un termine che ancora una volta segna con dolore la cronaca italiana.
Accorato il messaggio della madre, che su Facebook ha condiviso una foto della figlia e scritto: “Figlia mia, chi ti ha fatto del male la pagherà. Vola in alto. Ora starai con i miei genitori. Tu sei stata importante e lo sarai per sempre”.
Il sindaco di Afragola ha affidato ai social un messaggio sentito: “Oggi Afragola piange per l’inconsolabile dolore di una vita spezzata, un fiore reciso con una cieca violenza senza senso che toglie il respiro. Siamo tutti profondamente addolorati per l’orrore dell’inaccettabile morte di una adolescente a cui è stato tolto il diritto di vivere”.
Il messaggio di Valditara
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, in un post su X ha espresso il suo cordoglio: “Esprimo grande dolore e profondo cordoglio per il brutale omicidio di Martina Carbonaro. Siamo davanti a un barbaro assassinio che sconvolge e indigna tutti noi. Colpire a morte una adolescente indifesa, una giovane che rivendicava il proprio diritto alla libertà, è il segno di una mentalità di dominio e di possesso che deve essere sradicata dalla società tutta. La scuola continuerà a lavorare, anche in nome di Martina, per affermare la cultura del rispetto attraverso l’educazione a relazioni corrette e sane e contrastando ogni forma di prevaricazione e di violenza”.
Esprimo grande dolore e profondo cordoglio per il brutale omicidio di Martina #Carbonaro. Siamo davanti a un barbaro assassinio che sconvolge e indigna tutti noi. Colpire a morte una adolescente indifesa, una giovane che rivendicava il proprio diritto alla libertà, è il segno di…
— Giuseppe Valditara (@G_Valditara) May 28, 2025
Un’occasione di riflessione anche per il mondo della scuola
Educare al rispetto del sé e dell’altro è oggi una priorità educativa. La scuola, in collaborazione con le famiglie e le istituzioni, ha il compito di costruire spazi di ascolto, dialogo e prevenzione. Introdurre e rafforzare percorsi di educazione sentimentale, affrontare il tema del consenso, decostruire stereotipi legati al possesso e al controllo sono azioni urgenti.
Il femminicidio, in qualunque forma si manifesti, è un fenomeno che nasce da radici culturali profonde. Ecco perché parlarne in classe, in modo appropriato all’età degli studenti, può essere un passo importante verso un cambiamento reale.