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Fare l’esame in dialetto paga: il ragazzo sardo promosso con 10/10

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La commissione è stata di parola: la performance del Riccardo Laconi, l’alunno cagliaritano di 13 anni della scuola Alfieri, nel cagliaritano, che la settimana scorsa ha sostenuto la prova orale dell’esame di terza media completamente in sardo è stata così entusiasmante da convincere commissari e presidente ad assegnare il diploma di primo grado con il massimo del punteggio. Il ragazzo è stato così “licenziato” con un bel dieci.
Aveva commosso la Sardegna la storia di questo alunno brillante in tutte le materie che ha utilizzato la lingua della sua terra per parlare di bioedilizia, case campidanesi in terra cruda e sviluppo ecocompatibile. Anche la dirigente scolastico dell’istituto Alfieri si è detta orgogliosa: “Abbiamo tante eccellenze nella scuola – ha spiegato Graziella Artizzu – Riccardo si è distinto anche per i suoi molteplici interessi che vanno oltre le attività didattiche”.
L’imprenditrice della green economy e pluripremiata Daniela Ducato, alla quale il ragazzo ha dedicato parte della tesina, ha voluto regalargli un libro con una dedica speciale: “Caro Riccardo, sei per noi sardi simbolo di orgoglio e di speranza”.
Non tutti hanno però accolto con favore la decisione del ragazzo di esprimersi in dialetto (anzi nella lingua locale) nel corso di una prova così importante. Nei giorni scorsi, assieme alle critiche leghiste sono arrivate anche quelle di alcuni nostri lettori. La signora Adriana Polidori, a tal proposito, ci ha scritto: “Nulla da eccepire sulla valenza e la necessità di salvaguardare la cultura locale in una società sempre più “liquida”, ma non posso fare a meno di chiedermi se, al posto della lingua sarda, ci fosse stata quella milanese (o veneta o tirolese…), ciò non avrebbe sollevato un coro di indignazione per un “palese” entusiasmo razzista-leghista! A volte sembra che la difesa dei propri costumi sia un diritto solo di parte… perciò molto poco democratico e affatto obiettivo. Delle due l’una: o si difende sempre e in TUTTA ITALIA il diritto alla difesa delle proprie tradizioni o – conclude la lettrice – si veicolano in tutte le Regioni SOLO le priorità nazionali”.